TERAMO – Quest’anno il Primo Maggio è la Festa del non lavoro e dei lavoratori senza lavoro costretti a casa dalla pandemia, che sopravvivono grazie agli aiuti statali. “Purtroppo – afferma la Consigliera di Parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri – stiamo attraversando uno dei periodi più difficili della storia, i numeri parlano chiaro e le donne rappresentano la categoria maggiormente penalizzata dalla pandemia. La percentuale di donne che ha perso il lavoro nel 2020 è doppia rispetto a quella dei maschi. La caduta del tasso di occupazione è stata dell’1,3% fra le donne contro lo 0,7% degli uomini. Addirittura le donne nel terzo trimestre del 2020 hanno perso 344 mila posti di lavoro su un totale di 622 mila occupati in meno. Le donne risultano più penalizzate anche per quanto riguarda le nuove assunzioni e per quanto riguarda il minore numero di reingressi nel mercato del lavoro. Se consideriamo i dati statistici dell’Abruzzo, nel 2020 emerge un tasso di disoccupazione femminile addirittura del 12,2% (quello generale del 9,3% e quello degli uomini del 7,2%).
Il Covid-19, dunque, si è rivelato un nemico letale per le donne, ma nonostante questo è grazie proprio ad alcune categorie di lavoratrici se si è evitato il blocco totale della Nazione: va dato il giusto merito alle infermiere e alle OSS degli Ospedali impegnate nei reparti COVID o nelle terapie intensive, alle operatrici delle RSA, alle cassiere dei supermercati, alle badanti dei nostri anziani, ma anche alle lavoratrici da casa in smart working trovatesi nella maggior parte dei casi a lavorare molto più di prima. Si tratta di categorie che, nonostante le difficoltà e le carenze in materia di sicurezza sul lavoro, hanno continuato a lavorare”.
“Il Primo Maggio – conclude la Consigliera Brandiferri – deve rappresentare un momento di riflessione e di speranza per il raggiungimento di una effettiva parità di genere anche nel mondo del lavoro, in modo tale che il lavoro femminile venga adeguatamente valorizzato e che alle donne venga riconosciuta la parità di diritti e la possibilità di lavorare alle stesse condizioni, anche a livello retributivo, rispetto agli uomini. Questo è possibile solo attraverso meccanismi tesi a favorire l’occupazione femminile, attraverso investimenti e attraverso sostegni per le aziende che assumono donne, quindi attraverso l’adozione di misure concrete che tendano realmente e finalmente a garantire l’uguaglianza di genere anche sul lavoro”.