Il sindaco Masci ha revocato i divieti con apposita ordinanza tuttavia rimangono in vigore le prescrizioni anti-contagio contenute nei decreti dei governi nazionale e regionale
PESCARA – La riviera, la spiaggia e la strada-parco di Pescara nel giorno della Festa del Lavoro saranno raggiungibili per una passeggiata o semplicemente per prendere un pò d’aria, così come accadrà nelle altre città del litorale abruzzese, nei limiti e con le modalità previste dal decreto Conte e dai provvedimenti regionali in materia. É la decisione assunta nel pomeriggio – tramite apposita ordinanza – dal primo cittadino del capoluogo adriatico, Carlo Masci, che in questo modo ha revocato le limitazioni che erano già intervenute in occasione delle festività pasquali e del 25 aprile.
“Ho ritenuto non ci fosse più alcun motivo – ha dichiarato il sindaco – per differenziare la data del 1 maggio dagli altri giorni festivi e feriali, nei quali tutti gli spazi pubblici di Pescara sono fruibili allo stesso modo, pur rispettando le note indicazioni di comportamento. Ho peraltro ricevuto in questo senso sufficienti rassicurazioni dal professor Parruti dell’ospedale civile circa l’andamento epidemiologico nella nostra città”.
Va sottolineato, dunque, come il Primo maggio restino in vigore le prescrizioni anti-contagio contenute nei decreti dei governi nazionale e regionale; sarà quindi possibile fare camminate e stare all’aria aperta ma in prossimità della propria abitazione; non sarà consentito, come d’altronde nei giorni feriali e festivi, dar vita ad assembramenti; andranno rispettate le regole del distanziamento sociale e l’obbligo di indossare le mascherine.
“Lo spirito è stato quello di concedere – ha concluso Masci – una valvola di sfogo sociale dopo molte settimane di limitazione della libertà di movimento, con i comprensibili disagi che ne sono seguiti. I pescaresi hanno finora senso civico, sono convinto che continueranno a farlo anche nei prossimi giorni. Passiamo quindi dalla fase del divieto a quella della responsabilità che tutti siamo chiamati a dimostrare”.