Ad inizio udienza l’Avv. Spagnuolo, legale dell’ex braccio destro di D’Alfonso, Guido Dezio, ha comunicato al presidente del collegio giudicante dottssa. Di Carlo, di rinunciare alla deposizione di alcuni testimoni che erano stati citati per essere ascoltati e precisamente : Felice Gimoni, Miriam Severini, Antonio Terra, Luciano Aceto, Antonello Linari, Luciano Marrone, Maria Di Gioisia e Marco Scorrano.
Tra le testimonianze quella più significativa è stata quella della signora Adele Liberi, ex dipendente comunale ora in pensione, che all’epoca dei fatti era la dirigente del SUAP; presso il Comune di Pescara. La testimone incalzata dalle domande dell’avv. Marco Spagnuolo, ha ricostruito tutta la vicenda inerente al Bar del Tribunale, spiegando perché il Comune non concesse in un primo momento la licenza del Bar.
“Quando fui trasferita alla dirigenza del SUAP non conoscevo la vicenda del Bar del Tribunale, – racconta la signora Liberi – venni a sapere il tutto dopo , quando ricevetti i verbali dei vigili urbani. Di norma la Polizia Municipale, poteva fare ispezioni di proprio conto cioè di sua iniziativa senza la nostra autorizzazione, questa era un attività normale”.
“Quando ricevetti i verbali da parte dei vigili urbani, fu mia premura chiedere ai miei colleghi di ufficio lumi su questa vicenda.Attraverso questi controlli ci rendemmo conto – dice il testimone – che il titolare del Bar del Tribunale, non era in regola con alcuni documenti in modo particolare mancava la certificazione sanitaria e i requisiti di agibilità del locale. Sempre durante uno dei sopralluoghi ci rendemmo conto che la signora Rosa Di Pentima, si era qualificata come titolare del Bar mentre invece era il fratello Dario Di Pentima ad essere il titolare; la signora Rosa Di Pentima, non aveva titoli per gestire il Bar, ma bensì il fratello durante l’udienza”.
A quel punto racconta la testimone, dopo essere uscita dagli uffici della Polizia Giudiziaria, telefonai a Dezio per metterlo al corrente dell’accaduto ed inoltre perché ero preoccupata, lui mi rispose di stare tranquilla perché conosceva già la situazione è se ne stava occupando.Quando il titolare del BAR ci portò la documentazione mancante fu data l’autorizzazione perché c’erano tutte le condizioni per farlo”.
Dopo la testimonianza della Liberi, l’udienza è proseguita senza sussulti acquisendo le testimonianze della Lupo, Ballone Fabio e Vito Epifani; l’udienza è stata aggiornata al prossimo 25 giugno alle ore 9,30.
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