PESCARA – Udienza fiume quella che si è svolta presso l’Aula 1 del tribunale di Pescara, ieri mattina con il Processo Housework, ripreso dopo quindici giorni di pausa. Il processo relativo alle presunte tangenti al Comune di Pescara, che vede imputato eccellente l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso insieme al suo ex braccio destro Guido Dezio per reati che vanno dalla associazione a delinquere, alla corruzione, alla concussione.
Nella scorsa udienza sono stati ascoltati alcuni operai e dipendenti della Eredi Cardinale che si è occupata dei lavori nella casa a Lettomanoppello dell’ex sindaco.
L’udienza di ieri mattina si è aperta con la testimonianza di Gennaro Russo, imprenditore napoletano che ha lavorato per la ditta della EREDI Cardinale alla costruzione della villa di D’Alfonso.
Russo, ha riferito in aula che lavorava in subappalto al cantiere e che aveva effettuato alcuni lavori in economia.
Dopo l’ascolto dei testi della ditta Cardinale, l’udienza si è focalizzata sul meccanismo degli appalti, in particolare quello per i cimiteri, finito nel mirino della procura, aggiudicato dalla ditta di Massimo De Cesaris.
Secondo il pm Varone, l’ex sindaco D’Alfonso e gli imprenditori Massimo e Angelo De Cesaris avrebbero messo in piedi “un accordo criminoso” per la gestione dei cimiteri.
In aula a testimoniare per la difesa dell’avv. Mariani, imputato nel processo, entra Floriana D’Intino, all’epoca dirigente del settore appalti, patrimonio ed espropri.
“Quando ha conosciuto Mariani”, chiede il giudice Antonella Di Carlo chiedendo chi glielo avesse presentato: “Lo conobbi all’inizio del 2005, me lo presentò il geometra Leombroni, in quel periodo conobbi anche Francesco Ferragina, altro consulente del Comune”.
Il teste ha ammesso che senza l’apporto della consulenza dello studio legale Mariani il Comune non avrebbe potuto affrontare la procedura del project financing da 18 milioni relativo ai cimiteri cittadini:
“Non eravamo in grado di affrontare quella procedura secondo i tempi richiesti dall’appalto – ha detto la D’Intino – avremmo dovuto studiare e prepararci almeno per un paio d’anni, con lo studio c’è stato un rapporto sostanziale per portare avanti gli appalti per cimiteri, gas e aree di risulta e costante, attraverso la collaborazione con funzionari e impiegati dell’ufficio”.
Un altro appalto preso in esame è stato quello relativo al bar del tribunale. “L’appalto era atteso anche dal presidente del Tribunale perché ci fosse un bar nella struttura . La gara venne rifatta e per due volte annullata perché i concorrenti non avevano i requisiti richiesti”. L’avv. Spagnolo, difensore di Dezio le chiede del rapporto con Dezio, “Non sono mai stata condizionata o sollecitata da lui e così gli altri dipendenti riguardo agli appalti”. Interviene l’Avv. Milia, difensore di D’Alfonso, che le chiede se abbia ricevuto pressioni dall’ex sindaco: “Nessuna pressione, nessuna telefonata relativa all’appalto sui cimiteri”.
Nel controesame il pm Varone, chiedendo cosa avesse prodotto lo studio Mariani dopo il 30 luglio 2005, redatta la lettera d’invito per l’appalto, tanto da essere compensati con 235mila euro di consulenze. “Dopo la lettera d’invito dovevamo aspettare solo le risposte, non so cos’altro prevedeva la delibera sulla consulenza”.
La mattinata è proseguita poi, con l’ascolto di altri testimoni fino alla pausa pranzo, nella sessione pomeridiana proseguita fino alle ore 16, 30 è stato ascoltato il consulente della difesa dell’Avv. Mariani, Sandro Ambrosini, che ha ripercorso la genesi dell’appalto sui cimiteri. Il tecnico si è soffermato anche sul compenso ricevuto da Mariani. Per il pm, Gennaro Varone, l’imputato è stato pagato due volte per “una stessa incombenza”. Il consulente invece ha sostenuto che il compenso di Mariani è stato integrato perché si trattava di due lavori diversi. L’udienza è stata aggiornata al 12 dicembre alle ore 9,30 quando si continuerà ad ascoltare altri testimoni della difesa.