PESCARA – Si avvia alle battute finali il processo “Housework”, quello relativo alle presunte tangenti al Comune di Pescara, che vede imputate ben ventiquattro persone tra politici, imprenditori ed ex dipendenti comunali.
Nella scorsa udienza l’attenzione era rivolta alle arringhe difensive degli avvocati Augusto La Morgia e Franco Coppi, legali dell’imputato Carlo Toto.
Per l’udienza di ieri mattina sono andate in onda altre arringhe difensive in particolare degli imputati: Leombroni, Presutti, Mariani, Molisani e De Cesaris.
Tema centrale per tutta la durata dell’udienza sono stati i due mega appalti quello sull’area di risulta ed il project financing sui cimiteri, i punti cardine su cui ruota l’intera inchiesta giudiziaria.
Il primo difensore ad intervenire è stato l’avv. Di Girolamo, che insieme all’avv. Lino Sciambra, assiste Giampiero Leombroni, imputato ed ex dirigente ai lavori pubblici.
L’avv. Di Girolamo, ha aperto così la sua arringa:
“ Il pm afferma che il bando dell’area di risulta è stato scritto a quattro mani e accusa Leombroni sulla base degli appunti sequestrati, ma è lo stesso pm a dire che tra gli appunti ed il bando ci sono al massimo 3 o 4 numeri che coincidono mentre tutti gli altri sono diversi”.
Poi ha proseguito dicendo:” Tra quelli che non coincidono c’è il numero dei posti in ZTL: Leombroni concepisce 2 mila mentre sul bando si riducono a 600. Non è stato Leombroni a scrivere quel bando”, ha dichiarato l’avvocato spiegando poi che anche l’accusa di corruzione, come la precedente di turbativa d’asta è infondata”.
Dopo aver analizzato la posizione di Leombroni, l’avv. Di Girolamo ha posto l’attenzione sull’ex portavoce di D’Alfonso, Marco Presutti anch’egli imputato nel processo ed accusato di truffa e associazione per delinquere. L’avvocato Di Girolamo, ha detto esaminando la posizione di Presutti:
L’accusa contesta a Presutti di aver concorso a far gravare sulle spese dell’Ente la campagna elettorale e spese relative alla pubblicità.
Contro Presutti, – afferma l’avvocato – il pm porta come prova un’intercettazione e due mail inviate alla tipografia Brandolini. Durante il processo quasi tutti i testimoni hanno ricordato che Presutti svolgeva un’attività di natura creativa e che non si occupava dei pagamenti perché non erano di sua competenza.
L’avvocato Di Girolamo, ha poi valorizzato la sua tesi:
“ l’intercettazione non mostra neanche un indizio perché non si fa il nome di Presutti e che anche le mail non provano nulla perché sono scambi tra l’ex portavoce e il grafico di Brandolini, non il responsabile, sulla realizzazione grafica di un manifesto”.
L’avvocato ha concluso la sua arringa chiedendo l’assoluzione per i suoi assistiti; l’udienza è proseguita con altre arringhe quelle dell’avvocato Ernesto Rodriguez per il consulente Mariani e Manuel De Monte difensore degli imprenditori De Cesaris. Ora sono in programma altre due arringhe Lunedì 21 quella di Dezio ed il 28 quella di D’Alfonso, poi spazio alle eventuali controrepliche il 4 febbraio, dopodiché il giudice si riunirà in camera di consiglio per decidere la sentenza.
Questa decreterà anche il futuro dell’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, per lui l’accusa ha chiesto una condanna a sei anni di reclusione più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, che se accolta sarebbe la fine della sua carriera politica.