PESCARA – Penultima udienza del Processo “ Housework”, quello relativo alle presunte tangenti al Comune di Pescara, che vede imputate ben 24 persone tra politici, imprenditori ed ex dipendenti comunali. Nella scorsa udienza sono andate in scena le arringhe difensive degli imputati: Leombroni, Presutti, Mariani, Molisani e De Cesaris. L’udienza di ieri mattina è stata dedicata invece in gran parte alla arringa difensiva dell’avvocato Spagnuolo, legale di Guido Dezio. L’ex braccio destro di D’Alfonso, è accusato di corruzione, concussione, appropriazione indebita e associazione a delinquere; nella sua arringa difensiva l’avv. Spagnuolo, si è soffermato in modo particolare sulla vicenda del Bar del Tribunale, per la quale Dezio ex braccio destro di D’Alfonso, è accusato di concussione.
Per assicurare la gestione dell’esercizio ai Di Pentima, Dezio avrebbe preteso una tangente di 20 mila euro servendosi di una serie di controlli da parte della Polizia Municipale, ciò secondo il pm Varone. Non è così per la difesa che propone un’altra verità. I gestori del bar erano morosi per una serie di canoni non pagati al Comune e quando i Di Pentima incontrarono Dezio per sollecitare la conferma della gestione, l’ex dirigente al Patrimonio suggerì di pagare al più presto il dovuto per spianare la strada verso la stabilizzazione.
“Altro che tangenti quei 20 mila euro erano canoni impagati, a confermare ciò – dice Spagnuolo – c’è la procedura attraverso la quale nel 2009 con altra amministrazione comunale i titolari del Bar hanno ottenuto la conferma della gestione”.
Dopo aver affrontato il tema inerente il Bar del Tribunale, l’avv. Marco Spagnuolo, rivolge la sua attenzione alla famosa lista “ Dezio”, che gli inquirenti trovarono nell’ufficio dell’ex braccio destro di D’Alfonso, durante le perquisizioni. In questa lista sono contenuti una serie di nomi di imprenditori locali con a fianco una cifra ed una lettera “B” o “N”, secondo l’accusa quelle lettere stanno a significare “B” contributi regolari ed “N” quelle in nero.
Non è di questo avviso la difesa di Dezio: “ Bisogna dire – dice l’avv. Spagnuolo – perché quella lista venne ritrovata nell’ufficio di Dezio. In quel periodo D’Alfonso venne interrogato in procura per l’inchiesta sull’urbanistica e prese l’impegno con i magistrati di far recapitare il quadro contabile del partito della Margherita, chiedendo a Dezio di raccogliere le informazioni necessarie. Quelle cifre non sono tangenti, e lo ha dichiarato anche il gip scrivendo non ci sono profili di arricchimento personale. La lista, non è mai stata datata. Se anche fossero illeciti finanziamenti ai partiti questo reato non è configurabile perché la lista contiene piccole cifre rispetto ai 50 mila euro previsti dalla norma aggiornata”.
L’arringa dell’avv. Spagnuolo, durata circa otto ore , è terminata con la richiesta di assoluzione per l’imputato. Nell’ultima seduta è in programma l’arringa dell’avv. Milia, per l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso. Il 4 febbraio spazio alle controrepliche e poi la sentenza.