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Processo Housework: salta la deposizione di Nicola Zupo

da Rita Consorte

PESCARA – Di nuovo in aula ieri mattina per celebrare un altro atto del Processo “ Housework”, quello relativo alle presunte tangenti al Comune di Pescara, che vede tra gli altri imputato l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso.

Il processo si apre subito con una defezione quella dell’ex capo della mobile Nicola Zupo, che avrebbe dovuto ripercorrere le tappe delle indagini: la famosa lista “ Dezio” e le numerose perquisizioni tra cui quella effettuata ad Alfonso Toto. L’interrogatorio è stato annullato su richiesta del PM.

La prima testimone ad essere ascoltata è stata l’ex segretaria di Carlo Toto, quando era proprietario della Airone, la signora Manuela Di Lullo,  chiamata a deporre “sul pagamento da parte di Toto delle vancaze insieme alla famiglia D’Alfonso”.

Alla ex segretaria il PM Gennaro Varone, ha chiesto chiarimenti circa la prenotazione dei viaggi di Toto, concentrandosi sul fatto se lei sapesse o meno se in alcuni viaggi, a partire da quello effettuato a Malta a quello in Portogallo, ad uno mai compiuto negli emirati Arabi, la famiglia Toto viaggiasse con la famiglia D’Alfonso.

“Ricevevo la richiesta di informarmi su alberghi e luoghi – ha dichiarato il teste durante la deposizione-, da vedere per conto del presidente, ma non so con chi viaggiassero e comunque non ho mai fatto prenotazioni a nome di D’Alfonso, né parlato mai con lui”.

Questa dichiarazione è stata contestata dall’accusa tanto da far richiedere alla presidente Antonella Di Carlo l’invio degli atti alla Procura per falsa testimonianza.

Il secondo testimone ad essere ascoltato è stato l’ispettore D’Onofrio al quale  è stato chiesto di chiarire alcuni passaggi relativi alla parcella dell’architetto Toyo Ito per la progettazione dello Huge Wine Glass. Dalle varie determine e atti di giunta tra il 2005 e il 2006 la squadra Mobile ha ricostruito l’ammontare di una parcella che inizialmente era di 100 mila euro, poi integratasi fino ad arrivare a 174 mila con voci di bilancio relative ad attività di comunicazione istituzionale. Il teste, alle domande poste dall’avv. Marco Spagnuolo, legale di Guido Dezio, non ha saputo chiarire se questa attività di comunicazione fosse stata svolta in precedenza all’emissione degli atti. Da ricordare che in quel periodo Toyo Ito venne insignito di una laurea onoris causa da parte dell’università d’Annunzio.

La testimonianza più attesa è stata quella dell’imprenditore della sanità Luigi Pierangeli; a lui l’accusa ha chiesto notizie a riguardo di finanziamenti elettorali ai Ds erogati da marzo a maggio 2006, assegni da 5000 euro e da 3000 euro per il partito dal conto della clinica il primo, dal suo personale il secondo:

“Sì, ho dato gli assegni all’allora tesoriere dei Ds, La Barba”, ha detto l’imprenditore . Poi in merito ai rapporti con l’ex sindaco D’Alfonso, Pierangeli ha ammesso non solo di conoscere D’Alfonso, ma di averlo più volte visto e sentito nel corso del 2006 “per documentare la situazione che si stava espandendo nell’ambito della sanità regionale – ha riferito l’imprenditore. Cercavo di svolgere opera di informazione per far capire cosa stesse accadendo nel mondo della sanità”. Incontri che si tenevano sia al Comune che all’hotel Duca D’Aosta, e quando Varone gli chiede il perché lui risponde: “In Comune c’era sempre molta gente ad attenderlo, lì era più semplice parlare”. Ha poi precisato di non conoscere personalmente D’Alfonso, e di non aver mai avuto rapporti con lui.

Gli altri due testimoni che sono stati ascoltati sono stati Roberto Di Benedetto della polizia postale che ha condotto le indagini insieme alla squadra mobile ed in ultimo Roberto Antonio Di Matteo chiamato dal pm per parlare dell’atteggiamento di Dezio per favorire la Manutencop; il teste ha riferito più volte di aver ricevuto pressioni solo da Dezio e mai dall’ex sindaco.

Esaurita la lista dell’accusa ( rimane da ascoltare solo Cantagallo) entra nel vivo il Processo “ Housework”.Dalla prossima udienza al via i primi testimoni della difesa, che sono oltre 500, per l’esame dei teste d’accusa si dovrà attendere la fine dei testimoni della difesa e lì ci sarà il tanto atteso duello tra il pm Varone e il grande accusato Luciano D’Alfonso.

 

 

 

 

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