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Processo Housework, Varone: “D’Alfonso, mantenuto dai genitori un’altra bugia”

da Rita Consorte

PESCARA – Nella sessione pomeridiana, di lunedì scorso, del processo “ Housework”, il pm Varone affronta altri temi a partire dagli accertamenti patrimoniali effettuati nei confronti di D’Alfonso e dei  suoi familiari più stretti.

ACCERTAMENTO PATRIMONIALE

Sugli accertamenti patrimoniali il pm Varone, non crede che D’Alfonso in quegli anni in cui i suoi conti correnti furono fermi si sia fatto mantenere dai suoi genitori: “ Non esiste il denaro che lui dice di aver avuto dai genitori, siamo di fronte all’ennesima bugia di questo processo. Impossibile dar credito a D’Alfonso”. L’abitazione pescarese di via Salita Zanni, secondo il pm non sarebbe costata 150 mila euro come invece ha sostenuto D’Alfonso, durante il suo interrogatorio.

“I documenti dimostrano che questo denaro non esiste  e questo dimostra la quantità di bugie che sono state raccontate in questa aula. L’acquisto della macchina, del ciclomotore come può una persona conservare in casa 13.000 mila €?” TOYO ITO

Varone si sofferma anche sulla questione di Toyo Ito. “ Per poter pagare i 235 mila euro richiesti da Toyo Ito per il Calice di pzza Salotto, gli si diede l’incarico di consulente per la riqualificazione di marciapiedi e manutenzione delle strade. Un incarico che l’architetto non solo non ha mai svolto, ma che non ha neanche mai saputo di avere.”

Nella sua lunga requisitoria durata circa oltre 7 ore il pm Varone, trova spazio anche per affrontare la vicenda della lista Dezio e quella del bar del tribunale.

Ad un certo punto il pm Varone dice : “ Se a D’Alfonso tutto era dovuto, Dezio era una sorta di incompreso” , in merito alla vicenda del bar del Tribunale Varone afferma: “ Secondo la difesa avevano capito male in quattro”. “ La gara per l’appalto del bar del tribunale viene aggiudicata a Cicchini Michele, che poi però allo stesso tempo rinuncia; Norma Di Pentima non partecipa neanche al bando, però il Comune per risolvere il problema chiede la cauzione non a Cicchini ma, a Di Pentima”.

PUBBLICITA’ ISTITUZIONALE.

Quando si parla della pubblicità istituzionale Varone, si sofferma sulla vicenda Brandolini ed in modo particolare sui manifesti per finire sul fatto inerente il posto barca al Marina di Pescara.

In merito alla vicenda del posto barca Varone, sostiene:” Il contratto per l’affitto del posto barca è stato creato ad ‘hoc’ in tempi rapidi anche qui ci ritroviamo di fronte ad una serie di imbrogli a non finire”.

Sono le 16.30 quando l’udienza fiume si chiude ora il pm Varone, nella prossima terminerà la sua requisitoria e poi, passerà subito alle richieste di condanna per gli imputati stando ai fatti si prevede all’incirca non meno di cinque anni di reclusione il massimo della pena.

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