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Processo “Housework”, Avv.La Morgia: “l’amicizia tra Toto e D’Alfonso non è corruzione”

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PESCARA – Dopo la pausa per le festività natalizie è ripreso ieri mattina nell’aula 1 del Tribunale di Pescara, il processo “Housework” quello relativo alle presunte tangenti al Comune di Pescara, che vede imputato l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso. Il processo giunto ormai alle battute finali conta ben 24 imputati tra politici, imprenditori ed ex dipendenti comunali.

Nell’udienza di ieri mattina occhi puntati sulle arringhe difensive degli avvocati Augusto La Morgia e Franco Coppi a difesa degli imputati Carlo e Alfonso Toto, entrambi accusati di corruzione e turbativa d’asta nella vicenda dell’appalto dell’area di risulta.

L’Avv. La Morgia, si è soffermato in modo particolare sugli aspetti tecnici relativi all’iter procedurale della gara per l’area di risulta, invece il prof. Coppi, si è trattenuto sulle questioni di diritto e in particolare la impossibilità giuridica del concorso tra il reato di corruzione e turbativa d’asta, almeno per come è stato strutturato dall’accusa, in quanto tutti i concorrenti vennero messi nelle medesime condizioni.

Ad aprire l’udienza di ieri mattina è stata l’arringa dell’avvocato Augusto La Morgia .

Entrambi gli imputati Carlo e Alfonso Toto, sono accusati dal Pm Varone di corruzione e turbativa d’asta in merito alla famosa vicenda della gara d’appalto per la riqualificazione delle aree di risulta; secondo l’accusa i due imprenditori sarebbero stati favoriti dall’amministrazione comunale che avrebbe creato su misura la gara d’appalto ai requisiti dei Toto, in cambio di cene, viaggi che gli imprenditori avrebbero elargito a D’Alfonso.

L’Avv. La Morgia, apre così la sua arringa difensiva dichiarando che l’amicizia tra Carlo Toto e Luciano D’Alfonso, non può essere una prova di corruzione: “ L’amicizia non può essere la prova della corruzione. Non voglio discutere se un sindaco faccia bene o male a prendere utilità da un amico imprenditore perché la domanda è un’altra: è penalmente rilevante che Carlo Toto metta a disposizione aerei a Luciano D’Alfonso? Potremmo ragionare dell’opportunità politica o morale ma non credo che rientri in un processo penale”.

Nel corso della sua arringa La Morgia, ha voluto sottolineare e mettere in evidenza che quella gara di appalto per la riqualificazione dell’area di risulta, non è stato fatto su misura per favorire i Toto: “ La documentazione messa a disposizione dal Comune, è stata di una trasparenza inusuale, straordinaria. Quindi è illogico dire che Toto sia stato avvantaggiato e dirlo sono stati, nelle conclusioni, anche i consulenti del pm. La gara non è stata truccata”.

Su questo argomento si è trattenuto il prof. Franco Coppi, storico difensore di Giulio Andreotti, che ha dichiarato durante l’udienza: “ Toto non aveva neanche i requisiti per partecipare alla gara – afferma Coppi – , e poi si chiede: “ Come mai una società così favorita era addirittura senza requisiti?”. Inoltre, l’avv. Coppi, ha messo in risalto il comportamento di D’Alfonso, che prima della gara aveva invitato a partecipare all’offerta anche gli altri imprenditori e Coppi dice: “ Ma se D’Alfonso, voleva veramente favorire l’amico Toto allora perché invitare anche gli altri imprenditori a partecipare alla gara?”

Avviandosi alla conclusione l’Avv. La Morgia, ha messo in evidenza i voli ricevuti da D’Alfonso da parte dell’imprenditore Toto: “ I voli sono stati familiari o sponsorizzazioni e allora perché l’imprenditore Spadaccini che pure ha fatto sponsorizzazioni non è in questo processo? Le utilità ricevute da D’Alfonso sono neutre, non il prezzo della corruzione”.L’udienza è poi andata avanti fino al tardo pomeriggio ed hanno fatto le loro arringhe gli avvocati Di Silvestre per Dandolo e Squartecchia per Cardinale.

Il 14 gennaio sono previste altre arringhe difensive degli imputati: Leombroni, Presutti e Mariani mentre per il 21 è prevista quella di Dezio ed il 28 quella dell’avv. Milia. La sentenza è prevista verso la fine di Febbraio.

 

 

Pubblicato da
Rita Consorte

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