Processo “Housework”, parlano le difese. L’avv. Brocchi: “D’Alfonso non è un sultano”

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PESCARA – Dopo le richieste di condanna formulate nella scorsa udienza da parte del Pm Varone, il Processo “Housework”,  relativo alle presunte tangenti al Comune di Pescara, che conta ben 24 imputati tra politici, imprenditori ed ex dipendenti comunali, tra i quali  l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso e l’ex braccio destro Guido Dezio, è giunto alle battute conclusive.Nell’udienza di ieri mattina, spazio dunque alle arringhe difensive degli imputati Costantini, Cirone, Paolini, Di Biase e La Rocca.

Il primo difensore a prendere la parola è stato l’Avv. D’Alicandro, difensore dell’imputato Giacomo Costantini, che è stato accusato di tangenti in cambio di lavori di riqualificazione urbana, per lui il pm ha chiesto 18 mesi: “ Non è chiara la logica della presunta corruzione, il capo d’imputazione non dice nulla sulla regolarità degli appalti, l’accusa non ha prove”; l’Avv. D’Alicandro ha , terminato il suo intervento nel chiedere al Tribunale di assolvere l’imputato Costantini.

Il secondo avvocato che ha esposto la sua arringa è stato l’Avv. Quarta, legale dell’imputato Luciano Di Biase. “ La sentenza del giudice per l’udienza preliminare ha prosciolto Di Biase dall’associazione a delinquere, non c’è nessuna prova del vincolo fiduciario con l’ex sindaco: l’unico vincolo era quello di competenza perché Di Biase ha svolto vari incarichi prima di diventare dirigente comunale. Nulla è venuto fuori tra i presunti contatti tra Di Biase e gli imprenditori: nella lista Dezio non c’è nulla che possa far pensare a un comportamento illecito”.

L’Avv. Brocchi legale dell’imputato Cirone, ha dichiarato nel corso dell’udienza: “ L’ex sindaco non era mica un sultano come viene descritto dal pm. Non mi sembra che negli atti vengano fuori tutti questi poteri né la capacità di interferire”, e nel riferirsi alla vicenda del compenso dato a Toyo Ito, l’avv. Brocchi afferma: “ Mi chiedo come mai Toyo Ito, non sia in questo processo se è vero che è stato il beneficiario di un’illecita dazione di cui sicuramente era al corrente. La realtà è che Cirone non ha mai pagato il maestro, non l’ha mai liquidato perché non era abilitato a farlo, poteva soltanto firmare l’impegno, la prenotazione”.

Anche l’avv. Femminella, legale dell’ex borsista Fabrizio Paolini, ha allontanato ogni possibile forma di reato: “ Il pm dice che Paolini era incaricato di tenere i rapporti con la tipografia Brandolini, il tipografo non sapeva neanche chi fosse Paolini e infatti chiama il Comune per chiedere informazioni. Non possiamo fare giustizialismo, qui non c’è reato”.

Alla ripresa del processo dopo la pausa natalizia nelle udienze del 7 e 14 gennaio spazio alle altre arringhe difensive in particolar modo nell’udienza del 7 ci saranno quelle degli imputati Dandolo, Ferragina, Leombroni, Molisani, Presutti, Cardinale, De Cesaris e Mariani; mentre in quella del 14 gennaio sono previste le arringhe difensive degli imputati Toto, Dezio, Pescara e D’Alfonso poi spazio alle controrepliche prima di arrivare alla sentenza prevista per il mese di Febbraio.

Pubblicato da
Rita Consorte

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