La mostra, curata dalla direttrice del Museo d’Arte dello Splendore, Marialuisa De Santis e dal direttore tecnico scientifico del polo museale giuliese, Sirio Maria Pomante, è accompagnata da un catalogo che propone le immagini delle opere esposte non solo nella loro interezza ma anche in particolari estremamente significativi per una più profonda comprensione della complessa arte di Farina.
Naturalmente il catalogo raccoglie i testi dei due curatori e le riflessioni suscitate dalle opere stesse a don Vincenzo Manes, arciprete del giuliese Duomo di San Flaviano.
Artista talentuoso, Farina nonostante la giovane età vanta già una partecipazione al Premio Michetti, una pala d’altare per il Duomo di Campli e una collaborazione con Paolo Annibali per la realizzazione del monumentale portale in bronzo per il nuovo Santuario di San Gabriele.
Così De Santis nel suo scritto inizia la presentazione di Luca Farina: “Farina, nato e cresciuto a Campli, in un contesto quindi eccezionalmente ricco di storia e soprattutto di storia cristiana, è artista di rara sensibilità e cultura.
Oggi, dopo il terremoto, vede le numerose chiese e conventi della sua piccola e nobile città assumere sembianze di reliquie di un passato e di una fede “invecchiata” e fragile: scorge barlumi di luce che devono essere tenuti accesi all’interno di puntelli e ponteggi e diventano parafrasi evidenti della sua contraddittoria condizione di artista e di uomo del XXI secolo”.
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