PESCARA – «La proroga del Superbonus 110% solo al 2022, con la formula dei “sei mesi più sei”, i secondi dei quali consentiti solo per il completamento dei lavori avviati che avranno superato la soglia del 60% dell’avanzamento, è molto deludente». Lo afferma il presidente regionale di Cna Costruzioni Abruzzo, Aurelio Malvone, che esprime la sua contrarietà per un provvedimento in dirittura d’arrivo in Parlamento, ultimo della serie, destinato a gettare nell’ulteriore incertezza un comparto, l’edilizia, che avrebbe invece bisogno di una forte spinta positiva.
Sia per quel che riguarda le imprese, sia per quel che riguarda il patrimonio abitativo esistente: «Le 19mila imprese presenti in Abruzzo, e l’occupazione che muovono in un settore che rappresenta una fetta molto consistente del nostro Prodotto interno lordo – dice – trarrebbero evidentemente linfa vitale dal Superbonus, dopo un periodo contraddistinto da grandi incertezze e cali di fatturato provocati dalla pandemia, ultimo grave problema in ordine di tempo che ha colpito il nostro territorio».
Alla base della richiesta di tempi più lunghi, a detta di Malvone, una analisi attenta del patrimonio edilizia di riferimento: «Il parco abitativo abruzzese, in questo sostanzialmente in linea con quello nazionale, è composto in gran parte da abitazioni costruite nel periodo precedente gli anni Settanta, con una scarsa tenuta sismica e bassissime prestazioni energetiche: stando ai dati dell’Istat, su un totale di 348.393 abitazioni, ben 212.191 sono di realizzazione che precede il 1970, e di queste ben 57.565 precedono addirittura il 1918».
Le preoccupazioni della confederazione artigiana – che per sostenere l’offerta delle piccole imprese edili ha dato vita a tre consorzi nelle diverse province abruzzesi – si rivolge poi anche alla complessa macchina burocratica che condiziona ulteriormente la strada delle imprese e della committenza, condomini su tutti: «C’è il forte rischio che le lungaggini burocratiche e i tempi particolarmente lunghi della pubblica amministrazione, soprattutto per il rilascio dei permessi di costruzione – avverte Malvone – possano rallentare e ritardare ulteriormente le aperture dei cantieri, mettendo a serio rischio la possibilità che possano essere completati entro i termini stabiliti dalle ultime disposizioni. Per questo occorre prevedere misure che accelerino, soprattutto a livello comunale, dove pesano le carenze di personale, le procedure per l’apertura dei cantieri». Appello, infine, alla politica regionale «affinché si faccia portavoce dell’esigenza di puntare ad una proroga che vada oltre il 2022».