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Prospettive Rosee, l’8 marzo doppio appuntamento a L’Aquila

da Redazione

Prospettive roseeDomani in programma la proiezione di un video reportage e il concerto “Le Ninfe d’Aterno”

L’AQUILA – Si ricorda che domani, 8 marzo, in coincidenza della Giornata internazionale della donna, si terrà l’ultimo appuntamento del progetto “Prospettive rosee”.

La giornata di domani si articola in due momenti. Alle ore 17 è prevista la proiezione di un video reportage “Una vita a L’Aquila (stra)ordinarie storie di donne”, realizzato dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema, sede Abruzzo, Eva Bearzatti, Chiara Napoli, Giovanni Sfarra.
Le donne protagoniste del video parlano di varie esperienze, come l’inizio del lavoro in fabbrica, il rapporto con i genitori, con i compagni di vita e il bisogno di esercitare la propria creatività e di vivere la vita con intensità, senza “mai rinunciare”. Dopo la proiezione del video sarà la volta della prof.ssa Silvia Mantini, docente associato di Storia Moderna dell’Università dell’Aquila, che ricostruirà una possibile “Giornata a L’Aquila nel Cinquecento con Margherita d’Austria e la sua corte”, partendo dal quadro già illustrato nel primo incontro di “Prospettive rosee” dell?anno scorso, che si era concentrato proprio sulla figura di Margherita d’Austria.

Alle 18.30 sempre all’Auditorium del Parco, si terrà il secondo appuntamento con il concerto “Le Ninfe d’Aterno”, omaggi e trattenimenti musicali alla corte aquilana di Margherita d’Austria, prime esecuzioni moderne, con l’ensemble “Il Turturino” diretto da Giovanni Cantarini. Un progetto del musicologo Francesco Zimei per l’Istituto Abruzzese di Storia Musicale, in collaborazione con la Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”.

“Con Prospettive rosee– commenta l’assessora Leone- abbiamo voluto far emergere il protagonismo femminile raccontando, attraverso i movimenti collettivi delle donne, un pezzo di storia della città che non si trova sui libri. Un’operazione, avviata un anno fa e portata a compimento quest’anno, con cui abbiamo voluto togliere dalla penombra la storia di donne comuni e meno comuni”.

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