Individuate le misure preventive da adottare per fronteggiare una possibile esondazione. La nostra vita sempre più scandita dalle emergenze
PESCARA – A ben riflettere la nostra vita a livello locale o globale è scandita sempre più dalle emergenze ambientali più o meno gravi, più o meno enfatizzate. Forse dovremmo fermarci un attimo a considerare quanto la nostra personale impronta ecologica pesi sulle problematiche che si susseguono senza sosta e come contribuire a prevenirle e ad affrontarle.A dire il vero cosa può fare un cittadino se le lentezze burocratiche o ostacoli incomprensibili e insormontabili impediscono l’ormai tristemente famoso dragaggio?
Ben poco se non protestare … ma contro chi dovrebbe farlo: l’Amministrazione Comunale, il Commissario Testa, la Regione, chi fa le analisi, chi blocca i lavori se pure rispettando la legge ,chi strumentalizza politicamente le emergenze senza far niente per risolverle? Mi raccontava un pescatore che una volta c’era una draga fissa che funzionava in modo tale che la foce del fiume non si insabbiasse . E’ inaccettabile che nell’era in cui si ricerca se i neutrini corrono o non corrono più veloci della luce la burocrazia debba essere così lenta da mettere in ginocchio le attività che da sempre hanno caratterizzato la nostra città e da farci rischiare l’ eventualità di una esondazione.
Ad ogni buon conto ieri si è svolto un vertice della Protezione civile del Comune di Pescara convocato sul tema del fiume, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore alla Protezione civile Berardino Fiorilli, dell’assessore provinciale Mario Lattanzio, del comandante Catino della Capitaneria di Porto, dei dirigenti e funzionari comunali del settore, dei dirigenti del Genio Civile della Regione Abruzzo e del coordinatore delle squadre di Protezione civile Angelo Ferri, oltre agli assessori ai Lavori pubblici Isabella Del Trecco e al Personale Marcello Antonelli.Fiorilli ha ufficializzato alcune delle misure idonee a fronteggiare un’eventuale esondazione del nostro fiume, senza suscitare però allarme tra la popolazione, considerando anche le buone condizioni meteorologiche che stiamo registrando negli ultimi giorni: la realizzazione di porte automatiche a chiusura stagna da installare in tutti i siti critici della città, posti a ridosso del fiume, come golena sud-via delle Caserme, o il ponte Capacchietti; il sollevamento degli argini del fiume, ma soprattutto l’individuazione di quelle squadre operative che, dinanzi a una minaccia immediata di esondazione del fiume, si occuperanno dell’eventuale evacuazione di abitazioni o attività aperte al pubblico, del posizionamento di barriere per chiudere al traffico le strade e di far risuonare l’allarme con ampio anticipo per dare ai cittadini l’opportunità di allontanarsi dalle aree più a rischio.
Ha tenuto a precisare il vicesindaco Fiorilli:
chiariamo subito che non siamo in stato d’allerta e non vogliamo creare alcun allarmismo tra la popolazione : obiettivo del vertice è stato piuttosto quello di prepararci a un’eventualità che comunque, considerando le abbondanti nevicate dei giorni scorsi, e il prossimo scioglimento delle nevi, associati al mancato dragaggio del fiume, non possiamo escludere, ma dobbiamo piuttosto dotarci degli strumenti per fronteggiare una possibile emergenza tutelando, innanzitutto, la pubblica incolumità e la vita dei cittadini.
Ha poi proseguito spiegando il piano nel dettaglio :
L’amministrazione comunale ha già predisposto un Piano anti-esondazione, individuando 15 eventuali punti di criticità lungo l’intero corso del fiume, con particolare attenzione alla parte più a valle dove ci sono insediamenti residenziali e attività commerciali di notevole richiamo, come nel centro storico, zone che, in caso di allerta, dovranno essere subito attenzionate, sapendo a priori chi fa cosa, ossia quali Enti e quali soggetti sono incaricati di attuare interventi di tutela dei cittadini che rappresentano la nostra priorità. Fra l’altro il Piano ricalca sostanzialmente le aree che, in occasione dell’esondazione del ’92, furono ricoperte dal fiume, anche se con alcune modifiche dettate dai cambiamenti geo-morfologici del territorio, corrispondenti ad esempio al nuovo insediamento commerciale di Megalò, che nel ’92 non c’era, o all’insabbiamento del fiume. Tale programma è stato riportato in un Protocollo d’intesa che abbiamo inviato a tutti gli Enti-attori presenti o anche assenti al vertice odierno per integrare il documento, per individuare mezzi, risorse e uomini da coinvolgere, e per la relativa sottoscrizione. Intanto una delle prime misure è l’installazione in città di sirene d’allarme che dovranno essere attivate quale misura di preallerta per la popolazione. Quando si sentirà il suono della sirena, i cittadini capiranno, ad esempio, di dover spostare, entro un’ora al massimo, le proprie vetture eventualmente lasciate in sosta nei parcheggi delle due golene, nord e sud. Il primo passo dev’essere però lo stato d’allerta: oggi il Centro Idrografico sembra sia in grado di fornire un preavviso anche di 4 ore su una possibile piena del fiume, un tempo più che sufficiente per adottare misure per fronteggiare l’evento. Alla Capitaneria di porto spetta il compito della messa in sicurezza dei pescherecci per evitare che, quelli fermi nel porto canale, vengano trascinati via dalla piena, mettendosi di traverso e creando un’ostruzione sotto i ponti. Poi stiamo prevedendo il possibile posizionamento preventivo di new jersey nei punti eventualmente critici: quando scatta l’allarme le popolazioni residenti lungo l’argine dovrebbero essere invitate ad allontanarsi o, perlomeno, a sistemarsi nei piani più alti delle abitazioni. Poi dovremo individuare i soggetti che dovranno occuparsi della chiusura al traffico delle strade che rischiano di essere invase dall’acqua per impedire l’accesso a chiunque. Ovviamente queste sono le misure a immediata scadenza; per le soluzioni a lunga scadenza abbiamo già previsto la realizzazione e installazione di porte automatiche a chiusura stagna da sistemare, ad esempio, nel varco che dal parcheggio della golena sud porta direttamente in via delle Caserme, in via Orazio, o a ridosso del ponte Capacchietti, senza dimenticare il progetto già in itinere di rifacimento degli argini, collegato alla costruzione del Ponte ex Camuzzi, ma parliamo di interventi importanti che però richiedono gare d’appalto e tempi più lunghi. Ora abbiamo convocato una nuova riunione per il prossimo 29 febbraio per verificare le adesioni al Protocollo d’intesa.