Il protocollo ha lo scopo di realizzare attività di promozione alla salute personale e collettiva per i migranti richiedenti lo status di protezione internazionale
CHIETI – Prende avvio il programma delle attività di cui al Protocollo d’intesa “Edu.Sa.Mi. – Educazione alla salute dei migranti”, sottoscritto il 4 aprile scorso tra Prefettura di Chieti e Croce Rossa Italiana, Comitato di Chieti.
Il protocollo ha lo scopo di realizzare attività di promozione alla salute personale e collettiva per i migranti richiedenti lo status di protezione internazionale, ospitati presso le strutture di accoglienza site nel territorio della provincia di Chieti.
L’iniziativa nasce dalla considerazione che spesso per lo straniero può risultare difficoltoso accedere ai servizi sanitari pubblici e che occorra comunque ad individuare idonee azioni utili a promuovere o migliorare abitudini igienico-sanitarie, per salvaguardare lo stato di salute delle persone e quindi della comunità.
L’ambito di intervento prevede iniziative di informazione, educazione, prevenzione, finalizzate a garantire agli ospiti sia una conoscenza delle strutture e percorsi sanitari relativi a problemi specifici, sia una formazione di carattere sanitario finalizzata alla cura e tutela della propria persona.
“Penso che la salute non riguardi soltanto i migranti – ha sottolineato il prefetto di Chieti, Antonio Corona – la salute riguarda l’intera società, pensiamo a quello che sta succedendo sul tema del morbillo, sul tema delle vaccinazioni e questo sicuramente è a prescindere dalla presenza dei migranti.
Quello della salute è un problema che si è pensato e per certi versi superato nel corso del tempo perché si pensava che le condizioni sanitarie fossero tali per cui tutta la società ormai fosse quasi immune da certe situazioni.
Non è così:
la salute è uno di quegli aspetti che vanno curati nel tempo e che vanno sempre adeguati e riportati alle necessità del tempo e delle diverse situazioni.
Sicuramente il tema dei migranti è un tema importante, io penso che l’integrazione passi non soltanto attraverso la conoscenza della lingua, ma anche attraverso l’appropriazione delle conquiste del territorio in cui si approda.
Noi siamo riusciti ad ottenere delle condizioni sanitarie nel tempo e dobbiamo cercare di far entrare anche gli emigrati in questo circuito virtuoso e dobbiamo fare in modo che anche per loro la salute diventi un aspetto che vada curato con attenzione, è questo il senso del protocollo.
Molte volte si dice no agli emigranti però non siamo razzisti, sorvolo questo aspetto, mi limito a dire che sicuramente il fatto che vengono persone da altre latitudini può porre dei problemi, o si deve capire esattamente da che contesto si proviene, non ci dobbiamo dimenticare che la malaria è stata portata da persone che viaggiavano banalmente. Dobbiamo fare in modo che gli stessi emigranti ci diano una mano in questo, anche attraverso un miglioramento, se necessario, delle loro condizioni prettamente igieniche”.
Particolare attenzione è posta all’area materno-infantile, alla salute della donna e alle malattie sessualmente trasmissibili. Sono previsti incontri periodici di: educazione alla salute; educazione alla sessualità e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili; trattazione di eventuali argomenti proposti dagli ospiti stessi; conoscenza dei servizi sanitari del territorio per agevolarne la fruizione.
La Croce Rossa metterà a disposizione degli ospiti delle strutture opuscoli formativi e informativi in tema di educazione alla salute.
La Banca di Credito Cooperativo Sangro Teatina di Atessa ha concesso un contributo che verrà utilizzato per il rimborso delle spese ai volontati della Croce Rossa Italiana, Comune di Chieti, che dovranno raggiungere le strutture di accoglienza.
“Questo protocollo d’intesa tra la Prefettura e la Croce Rossa – ha spiegato il presidente del Comitato di Chieti della Croce Rossa, Alessandro Marrama – è il frutto di una collaborazione che dura ormai da diversi anni con la Prefettura di Chieti, il nostro Comitato è stato impegnato già nella prima fase emergenziale del 2014 nelle fasi di accoglienza ai migranti che sono arrivati sul nostro territorio, ci siamo occupati di assistenza sanitaria e delle prime visite mediche.
Terminata adesso questa fase emergenziale adesso siamo entrati nella fase di ordinarietà, abbiamo studiato questo protocollo che è volto proprio a migliorare la salute dei migranti insegnando agli ospiti dei nostri centri di accoglienza ad essere idonei per i loro stili di vita.
Ci prefiggiamo di raggiungere questi obiettivi con appuntamenti periodici presso i Centri che ospitano i migranti che sono sul nostro territorio con lezioni di educazione alla salute, educazione sanitaria, educazione alla sessualità, in particolare maniera sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.
Questo tipo di attività saranno svolte da persone qualificate della Croce Rossa Italiana che da sempre si occupa di diffondere la cultura dell’educazione sanitaria sul territorio. Ricordo i due manifesti che sono nel nostro Museo storico della Croce Rossa a Castiglione in cui raccontiamo scene di vita quotidiana dove la Croce Rossa istruiva la popolazione sulle norme che oggi per noi sono basilari sulla salute come ad esempio il ricordarsi di coprire il viso prima di starnutire piuttosto che non sputare o di ricordarsi di lavare sempre le mani, è una specie di pubblicità progresso dell’inizio del nostro secolo.
Noi ci siamo sempre dedicati a questo tipo di attività, ringraziamo il prefetto che ci ha permesso di stipulare questo protocollo d’intesa che ci permette di lavorare ancora meglio sul nostro territorio. Ora abbiamo passato la fase emergenziale in cui c’era carenza di strutture che accoglievano richiedenti asilo sul nostro territorio, oggi siamo in una fase di ordinarietà e tutte queste iniziative intraprese sia da chi gestisce i Centri di accoglienza che dalla Prefettura sono proprio volte a migliorare la qualità e lo stile di vita delle persone che sono sul nostro territorio e chiedono asilo al nostro Stato”.