Resi noti anche i numeri riguardanti il fenomeno.
CHIETI – La consigliera di Parità della Provincia di Chieti, Anna Rita Guarracino, ha parlato della sua adesione alla campagna “No Slot” lanciata dal quotidiano Il Centro e di alcune iniziative rivolte a chi aderirà a questa campagna e uno studio socio-culturale (sul territorio teatino) in ottica di genere. La Regione Abruzzo è la prima per numero di giocatori e il numero delle donne che vi si approccia è sempre maggiore.
“Questo è un tema che si sta ingrandendo sempre di più – ha affermato la consigliera Guarracino – questo è un problema sociale che non va assolutamente sottovalutato. Il fatto che l’Abruzzo abbia il maggior numero di giocatori e che Teramo sia la terza città in Italia, deve far riflettere molto. S deve fare qualcosa per questo fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale. Guardandomi intorno ho visto che il numero delle donne che vanno a giocare è altissimo. Se andiamo a vedere, quanto si gioca in Italia, il 50% delle persone che giocano sono di sesso femminile. Ogni anno giocano circa 450 mila donne, questa alla fine diventa una patologia. Dobbiamo considerare che le donne sono le persone che lavorano di meno ed hanno quindi la possibilità di guadagnare meno, quindi si procurano soldi per avere la possibilità di un guadagno facile che lo si vede come unico modo di salvezza. Diventa anche facile inserire delle macchine da gioco per chi si vuole aprire un’attività, questo significa che c’è interesse da parte di qualcuno. È un problema che va affrontato. Io credo che insieme alla Scuola si potrebbe intraprendere un percorso con i ragazzi per far capire quanto siano pericolose queste attività. Poi bisogna creare una rete con le istituzioni. Vogliamo creare una nostra ricerca su queste attività. Poi bisogna creare una rete con le istituzioni. Vogliamo creare un punto di ascolto perché questo problema donne e uomini lo affrontano in maniera diversa, la donna ha più paura a chiedere aiuto. Cerchiamo inoltre di portare avanti un progetto che possa gratificare coloro che non accettano o tolgono le slot machine dai loro locali. Questo per noi sarebbe un segnale sociale che gli esercenti possono dare agli altri. Si deve fare prevenzione con la premialità o con un intervento nelle scuole. Su 100 milioni di fatturato lo stato ha 8 milioni di tasse. Non si può approvare il gioco dicendo di giocare con moderazione, così come non si possono vendere le sigarette e dire che fanno male, le due cose non si sposano. Vogliamo creare delle azioni preventive”.