Domani sera, lunedì 15 luglio, alle ore 21 secondo appuntamento con il Pescara Jazz club. Ingresso gratuito
PESCARA – Il quartetto di Michele Tino e, a seguire, quello di Camilla Battaglia accenderanno, domani sera, lunedì 15 luglio alle 21 in piazza Muzii, la seconda notte del Pescara Jazz Club all’aperto. Ingresso gratuito.
Si tratta di “un’iniziativa che punta a valorizzare con la musica e la cultura un’area cittadina strategica, in piena zona pedonale – dichiara il presidente dell’Ente manifestazioni pescaresi Angelo Valori – e allo stesso tempo a coadiuvare il rinnovamento del pubblico del jazz. Montare un palco in pieno centro significa farsi ascoltare da tutti e avvicinarsi potenzialmente a nuovi fruitori”.
Protagonisti della serata saranno dapprima Michele Tino al sax, Simone Graziano al pianoforte e fender rhodes, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria. Frutto dei suoi anni di esperienza tra Olanda, Stati Uniti e Italia, Tino ha messo su un gruppo dalla forte matrice jazzistica, con ampie sezioni aperte, ma che presenta anche un respiro classico.
Michele Tino e Bernardo Guerra rimarranno sul palco per inserirsi nel secondo concerto in programma, Emit, ovvero il progetto artistico di Camilla Battaglia, piano ed elettronica. Il resto del gruppo, un quartetto, è formato da Andrea Lombardini al basso elettrico. Il nome del gruppo viene da quello del secondo disco della cantante, pubblicato da Dodicilune: EMIT: RotatoR TeneT uscito nell’ottobre 2018 e influenzato da lunghi soggiorni a Copenaghen e Berlino.
Nel disco e nel live non mancano riferimenti alla scienza, alla letteratura e alla filosofia e tanti sono i punti di riferimento: le poesie di Sylvia Plath, alcune lettere di Heidegger, La gaia scienza di Nietzsche e, infine, le immagini efficaci di Carlo Rovelli ne L’ordine del tempo.
“Questo bacino immenso di ispirazione – dichiara Camilla – mi ha spinto a declinare in musica il cuore di tutte queste ricerche e speculazioni, attraverso l’intreccio di cellule ritmiche e melodiche, in cui si perde la percezione comune del tempo scandita da prima, ora, dopo”.
Camilla si interroga sullo scorrere del tempo dunque, seguendo un processo analitico in cui la musica è dettata anche da teorie che dimostrano l’esistenza di innumerevoli realtà discontinue, che convivono in tempi e spazi diversi. Lo stesso titolo dell’album è molto indicativo: “Stavo cercando un titolo che rappresentasse la circolarità del tempo – aggiunge l’artista –. Sono arrivata presto a Rotator e Tenet, due parole palindrome. Solo in seguito ho pensato che l’inversione della parola Time in Eemit, significasse proprio promulgazione o enunciato, ed era quello che cercavo”.