CHIETI – Raffaele Antonio Tarantelli nacque a Chieti, il 15 giugno 1848, da Giustino (ventunenne “pittore”) e da Veronica Ruzzi (venticinquenne). Raffaele sposò Maria Farias (nata a Chieti, il 15 febbraio 1851, da Felice e Teresa Di Battista). Raffaele conseguì, nel 1870, il titolo di agronomo, successivamente fu professore di agronomia ed esercitò anche la professione di perito. Si dedicò, da subito, alla scrittura e divenendo un assai apprezzato letterato e giornalista. Il 7 luglio del 1881 fondò, divenendone Presidente, l’Accademia “La Stella d’Italia” (con indirizzo agricolo, industriale, scientifico, letterario, artistico e umanitario).
Per molti anni ricoprì varie cariche pubbliche (tra l’altro Consigliere del Comune di Chieti). Amato dal popolo, per il suo altruistico spirito filantropico, fu candidato al Parlamento nazionale, raccogliendo numerose preferenze ( nelle elezioni politiche del 1886 la “Società Operaia”, guidata dal Segretario Luigi Zotti, appoggiò la sua candidatura). Nei suoi comizi Raffaele Tarantelli, dotato di una non comune arte oratoria, reclamava l’autonomia politica degli operai. Con caparbietà, grande studioso e ricercatore, tenne più che mai vivo nel popolo l’amore per quegli uomini che avevano dato gloria alla Patria. Nel 1877 fondò a Teramo il “collegio degli ingegneri agronomi”.
Nel 1978 fu, in rappresentanza dell’Italia, al “Congresso Mondiale degli Ingegneri Agronomi” di Parigi (ebbe l’onore della vice-presidenza). A lui si deve la scoperta di Domenico Stromei, il famoso “poeta ciabattino”, di Tocco da Casauria. Quando a Chieti, nel 1877, si celebrò il primo centenario della morte di Ferdinando Galiani lui intervenne in rappresentanza del Municipio di Madrid. Nel 1889 tenne a Chieti una conferenza su “Guerra e Lavoro”. Diresse la rivista “Il Vezio”. Per citare solo alcuni suoi lavori ricordiamo: Scritti agrarii e gentili ricordi abruzzesi (1879); Un po’ degli Abruzzi : uno dei danni principali dell’agricoltura (1879); “Fenomeni della memoria : spirito e materia” (1886); “Alla Vergine”; “Ricordi gloriosi di storia patria nella guerra sociale”(1901) e “I secoli.
Riflessioni politiche, sociali e morali”. Innumerevoli gli articoli giornalisti e i congressi organizzati in ogni dove. Nella sua casa, di “largo Cremonese” a Chieti, formò generazioni di giovani all’arte della scrittura e dell’agronomia. La morte dell’amata moglie, avvenuta il 6 luglio del 1908, ne fiaccò l’animo e il fisico. Raffaele Antonio Tarantelli morì a Chieti, nell’Ospedale Civile, il 14 ottobre del 1910.
A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”.