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Raimondo Raymondi “Esperio Sannita”, un grande scrittore abruzzese

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SCERNI – Raimondo Diego Giovanni Raymondi nacque a Scerni, in provincia di Chieti, il 10 ottobre del 1870, da Giacinto Emmanuele (ventottenne “proprietario” nato a Scerni – figlio di Diego e Giuditta Testa) e da Errichetta Anna Lucia Bevilacqua (venticinquenne “proprietaria” nata Lanciano – figlia di Raffaele e Rosina Gentile). L’atto fu registrato dinanzi all’allora sindaco di Eugenio Colonna. I suoi genitori si erano sposati a Lanciano, in provincia di Chieti, il 20 dicembre del 1869. Il 3 ottobre del 1880 il padre a soli trentotto anni morì. Sarà la sua ferrea volontà a fargli superare ogni difficoltà. Studia con impegno fino a laurearsi.

Successivamente decise di stabilirsi a Padova dove fu, tra le altre cose, direttore di tutte le scuole e con questa veste curò la riforma dei regolamenti. Fu lui a istituire l’innovativa istituzione scolastica per la quale meritò elogi e riconoscenza (soprattutto dalle famiglie indigenti). Fondò e diresse anche una fornita “Biblioteca Pedagogica”. Ma Raimond Raymondi fu soprattutto scrittore e giornalista. Autore di romanzi e di racconti per molti dei quali scelse lo pseudonimo di “Esperio Sannita”. Collaborò con importanti riviste e giornali del tempo: “Collaboratore di “Natura ed Arte”, “Rivista Abruzzese”, “Gazzetta del popolo”, “Gazzetta letterari”, “Rassegna scolastica” e della rivista letteraria “La Favilla”. Definito da molti: “il cultore delle lettere” scrisse: “Sogni e follie” (versi); “Albe e tramonti” (racconti); “L’erma dell’eremo” (fu edita da Nicola De Arcangelis di Casalbordino); “Il plagiario” (novella); “La morbosità dell’amore paterno ed altri saggi”; “Dalla bambina alla madre”; “I principii d’una filosofia spicciola” e “L’eremo fatale”. Lavorò al suo “Dizionario degli pseudonimi”.

Per “La Rivista. Saggi di dialetti abruzzesi”, come “Esperio Sannita”, scrisse: “Alla villa paterna di Scerni”. Ebbe sempre una amorevole attenzione verso gli anziani e scrisse: “Il rispetto ai vecchi nella educazione presente”. Particolare successo ebbe, nel 1923, il suo romanzo “L’ignota” (Casa Editrice Angelo Draghi di Padova). Tenne innumerevoli convegni e conferenze sul tema della scuola e organizzò corsi di formazioni per maestri e professori. Come scrissero: “fu uomo di grande altruismo. Uso saziare, nella quiete del suo studio, il desiderio di sapere con la lettura dei classici”.

A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”

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Redazione
Tags: Scerni

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