I carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare detentiva emessa dal GIP del Tribunale di Pescara – Dott. Bongrazio – per rapina aggravata in concorso ai danni della BCC di Castiglione Messer Raimondo agenzia di Elice consumata il 31 agosto.
Dalle indagini condotte dal Nucleo Investigativo è emerso che il 53enne ha ideato e eseguito la rapina, mentre la figlia ha assunto il ruolo di complice. La richiesta di misura cautelare è stata richiesta dal Sost. Proc. Dottoressa Rosalba Di Stefano.
L’attività investigativa ha avuto inizio proprio in occasione della rapina ai danni della Banca di Credito Cooperativo di Elice quando un individuo, poi identificato nell’odierno destinatario del provvedimento restrittivo, con il viso travisato indossando un berretto con visiera, occhiali e una calza in nylon indossata al momento dell’ingresso nel bussolotto, si è introdotto nella locale agenzia bancaria e, minacciandone i dipendenti con una pistola, si è impossessato di un bottino di circa € 25.000 dileguandosi subito dopo a piedi. A distanza di qualche centinaio di metri, vi era ad attenderlo la figlia alla guida di un Renault Kangoo bianco. Dall’esame delle immagini del sistema di videosorveglianza comunale presente nell’area si è ottenuto il dato che il mezzo transitava prima e dopo la rapina nelle immediate vicinanze dell’Istituto di credito.
Nelle concitate fasi della sua fuga, l’uomo perdeva il berretto con visiera indossato durante la rapina, contraddistinto dalla scritta “Raffo”.
La fisionomia del rapinatore e le azioni da questi meticolosamente poste in essere nella consumazione della rapina hanno orientato il Nucleo Investigativo verso un ristretto novero di sospetti sul conto dei quali hanno avuto inizio le indagini che si sono sviluppate attraverso l’esame delle testimonianze raccolte e il confronto dei tratti somatici fino a restringere ulteriormente il campo ad alcuni presunti autori del reato. Tra questi vi era il panettiere; l’attività investigativa “tradizionale” svolta attraverso servizi di osservazione e controllo discreto, supportata dall’analisi delle immagini della rapina e, da ultimo, dalle risultanze degli esami di laboratorio a cura dei Carabinieri del RIS di Roma sul berretto perso durante la fuga, dal quale è scaturito riscontro positivo per il Dna degli arrestati, ha così consentito di delineare e avvalorare il quadro indiziario che ha poi condotto al provvedimento cautelare.
L’indagine vedrà ora ampliare ulteriormente il proprio raggio d’azione con riguardo ad altre rapine commesse in quel periodo in località ubicate in aree limitrofe contraddistinte dal medesimo modus operandi ed in particolare dall’azione del rapinatore solitario.
Nel corso di alcune perquisizioni effettuate in esecuzione dell’ordinanza è stato rinvenuto materiale d’interesse per il proseguimento delle indagini.
L’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Pescara San Donato, mentre la figlia è stata posta agli arresti domiciliari.
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