L’uomo, insieme a un 37enne che per la stessa vicenda ha patteggiato una pena a due anni nel marzo scorso, era stato raggiunto a gennaio da un’ordinanza di custodia cautelare al termine delle indagini condotte dalla squadra mobile della Questura di Teramo.
Secondo quanto ricostruito all’epoca dagli agenti, mentre il complice avrebbe fatto da palo aspettandolo a bordo di un’auto con tanto di lampeggiante, il 36enne si sarebbe introdotto nell’ufficio postale puntando un coltello alla gola di un’impiegata e costringendola a consegnargli i soldi.
Poi, con un bottino di poco piu’ di 300 euro, i due sarebbero fuggiti senza lasciare traccia. Almeno fino a due mesi dopo, quando gli uomini della squadra mobile, diretti da Roberta Cicchetti, non li hanno identificati grazie a una serie di testimonianze e riscontri telefonici.
All’uomo, nel corso del processo con rito abbreviato, sono state concesse le attenuanti equivalenti alle aggravanti. La perizia chiesta dal suo legale, l’avvocato Gianfranco Di Marcello, aveva infatti riconosciuto all’uomo un disturbo borderline di personalita’ con semi infermita’.
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