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Chiusura dei Pronto Soccorso, Rapino replica a Sospiri

da Redazione

Marco rapino

PESCARA – Il Segretario dem d’Abruzzo Marco Rapino replica al  Consigliere Regionale Sospiri e, riguardo al declassamento o alla chiusura dei vari pronto soccorso, definisce le dichiarazioni dello stesso infondate  oltre che pericolose, perché fanno leva sulla paura dei cittadini.

Si legge ancora nella nota di Rapino:

“Sospiri dimentica, ancora una volta, che nonostante il pronto soccorso dell’ospedale di Penne sia ben sotto i 20.000 accessi l’anno, questo ha continuato e continuerà la sua attività perché rientra nella classificazione di ospedale di area disagiata. Ricordiamo al capogruppo di Forza Italia che tale status prevede e garantisce l’attività di pronto soccorso che dispone di personale medico dedicato predisposto all’emergenza-urgenza e quindi dei servizi necessari alle attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta, un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico medico e infermieristico. Il tutto, ovviamente, in continuo rapporto e collegamento con il centro hub o spoke più vicino che, nel caso specifico, è Pescara” – continua il Segretario.

“Dimentica poi, il consigliere Sospiri, che è stata proprio la giunta Chiodi a prevedere la chiusura dei pronto soccorso di diversi presidi come, ad esempio, quelli di Casoli e Guardiagrele, e che solo grazie al lavoro dell’Assessore Paolucci e di questo Governo Regionale, in questi territori sono stati istituti i Punti di Primo Intervento h. 24 e il servizio di 118. Così come, nelle zone interne, la rete di emergenza-urgenza può contare su ambulanze medicalizzate. I tempi di percorrenza calcolati utilizzando Google Maps sono roba del passato, della Baraldi e del Commissario Chiodi. Il riordino della rete ospedaliera si fonda su reali esigenze del territorio, dando estrema importanza alle “reti tempo-dipendenti”. La vera riforma dei pronto soccorso è avere il tempo per arrivare alla struttura in grado di accogliere e gestire un codice rosso. Il criterio del localismo, in questo caso, non necessariamente è sinonimo di prestazione sanitaria di qualità. Inoltre, la nuova rete di emergenza-urgenza ridisegnata dal centrosinistra, ha visto l’incremento da 52 a 59 del numero delle postazioni di ambulanze e da 18 a 37 il numero delle unità di emergenza con medico a bordo. A ciò va aggiunto l’acquisto di 30 nuove ambulanze, metà delle quali per la messa in sicurezza del percorso nascita con mezzi idonei al Servizio di Trasporto Assistito Materno (STAM) e i servizi di trasporto per l’emergenza neonatale (STEN). Nei casi, poi, di reparti collocati in territori orograficamente critici, il protocollo regionale operativo sul trasporto perinatale in emergenza, prevede presenza dell’elisoccorso notturno e un pronto soccorso ostetrico.”

“Ci dicano dunque Sospiri e Febbo – conclude Rapino – se questa è macelleria sociale o è la concretizzazione di una sanità di qualità che fa fronte alle notevoli differenze tra zone a popolazione dispersa e centri urbani e si distingue dal passato per la capillarità con cui è distribuita sul territorio. Noi porteremo avanti con convinzione il nuovo sistema sanitario regionale; ad altri, vista l’evidente incapacità amministrativa dimostrata nel passato, lasciamo la possibilità, almeno, di sfogarsi in campagna elettorale con forme meschine di strumentalizzazione, se con ciò si accontentano”.

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