Così in una nota Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Giacomo De Fanis, membro del coordinamento nazionale dei Giovani Comunisti, e Francesco Marola, segretario provinciale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.
“L’alta valenza culturale, archeologica, enogastronomica, paesaggistica e ambientale del sito, unitamente all’elevatissimo rischio sismico presente lungo tutto il tracciato dell’opera, e ai numerosi rischi per la salute e l’incolumità pubbliche rilevati, configurano una vera e propria aggressione da parte della Snam e dei suoi alleati politici ai danni dell’entroterra abruzzese – prosegue la nota – Nonostante, infatti, i cittadini della Valle Peligna si siano espressi tramite tutti i livelli istituzionali – sempre all’unanimità – la volontà del territorio continua ad essere ignorata dal governo Renzi esattamente come dai precedenti, i quali, espressisi sempre per bocca dell’ex sotto-segretario, ora vice-ministro al MISE, Claudio De Vincenti (PD), non hanno mai dato attuazione alla risoluzione della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati del 26 ottobre 2011 che prevedeva la delocalizzazione del progetto a causa delle rilevate incompatibilità e l’istituzione di un tavolo tecnico-istituzionale per lo studio di un’alternativa concreta al progetto. Il tavolo non si è mai concretizzato per responsabilità del governo”.
La Regione Abruzzo poi, ha prodotto negli anni “ben 7 deliberazioni di contrarietà all’opera, negando l’intesa col governo in sede di conferenza dei servizi per la centrale, necessaria alla sua realizzazione. Non si può non denunciare il fatto che la Giunta e il Presidente D’Alfonso in primis hanno mostrato un atteggiamento politico passivo nei confronti del governo Renzi, il quale ha attualmente in mano le sorti della battaglia. Le recenti dichiarazioni messe per iscritto dal Presidente D’Alfonso in una nota al governo, e la precedente “apertura” con atto di giunta alla realizzazione di una ipotetica, e quanto mai fantomatica, centrale ad alimentazione elettrica, tradiscono la reale posizione del governo regionale, il quale non solo non intende alienarsi le simpatie di Renzi, ma intende assecondare gli interessi di Snam sul suo territorio! Pensare che due-tre anni fa il PD attaccava l’arrendevolezza di Chiodi! È in atto un tradimento ai danni della popolazione”.
La Regione “ha il dovere di confermare il diniego dell’intesa al progetto, e di esigere a gran voce che si istituisca il tavolo tecnico per ridiscutere di metanodotto e centrale nel loro complesso. Il sindaco di Sulmona, Giuseppe Ranalli, mostri la schiena dritta con la Regione, e ascolti la voce della sua cittadinanza mettendosi in testa alla protesta, chiamando a raccolta tutte le forze politiche, le realtà culturali e sociali, i portatori di interesse, per combattere assieme con proposte unitarie questa battaglia per la dignità e il futuro dell’Abruzzo! Noi, dal canto nostro ci siamo sempre stati, e continueremo ad esserci! La battaglia su Centro Oli e Ombrina dimostra che si può costringere il governo a fare marcia indietro”.
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