REGIONE – “La nostra preoccupazione nasce dal fatto che il meccanismo del Recovery Plan implica anche una competizione tra i territori: l’Abruzzo rischia di non salire su questo treno, e non ce ne sarà un altro”: lo ha detto il segretario del Partito Democratico abruzzese, Michele Fina, presentando le proposte del partito nell’ambito del piano di rilancio di matrice europea. Fina ha ricordato: “Il documento sul React – Eu è stato pubblicato sul sito web della Regione introdotto dalla dichiarazione di condivisione con le parti sociali. Non è vero. L’Abruzzo è l’unica regione in cui 16 sigle, tra sindacati e organizzazioni datoriali, hanno dovuto specificare di non essere state coinvolte. La mancata condivisione con le forze politiche, sociali e con gli amministratori è poi un problema sostanziale, oltre alla totale mancanza di visione strategica”. La presidente Manola Di Pasquale ha ricordato: “Abbiamo incalzato la Regione perché la scelta sia condivisa, il confronto è necessario”.
Il documento del Pd regionale affronta questi nodi, anche grazie al confronto con le parti sociali: sabato scorso l’ultimo incontro. “Abbiamo ben chiare le priorità”, ha detto Fina. Tra queste: l’importanza degli investimenti infrastrutturali a complemento dell’opera strategica per la linea ferroviaria Roma – Pescara; la valorizzazione della qualità industriale abruzzese che vanta realtà in grado di competere con la transizione verde e tecnologica; la necessaria digitalizzazione delle imprese e il cablaggio di tutto il territorio; iniziative che riducano le diseguaglianze, a partire da quelle generazionali e di genere, come nel mondo del lavoro; la sfida sanitaria, oggi sui vaccini, domani sulla prevenzione, sul riordino sanitario e sulla medicina del territorio (i prossimi passi organizzativi del Pd regionale saranno un incontro con gli amministratori locali e gli Stati generali sulla salute); l’efficientamento energetico dell’edilizia pubblica e privata; la grande occasione per le aree interne per impostare azioni che riducano le diseguaglianze territoriali.
Giovanni Lolli, già presidente della Giunta regionale, ha spiegato che l’Unione europea sul Next Generation Eu “pone condizioni precise: occorre una strategia per la transizione; i nuovi fondi devono essere collegati con la programmazione degli altri, tra cui quelli del ciclo 2021 – 2027; i progetti devono essere presentati con il partenariato. L’Abruzzo ha presentato 2 documenti, con 74 e 48 progetti, dal valore complessivo rispettivamente di 9 miliardi e mezzo miliardo. Nessuno dei documenti rispetta i requisiti: non compongono un programma, una strategia, e alcuni progetti sono di cinque anni fa, mancano di carica innovativa”. Per cui, ha detto Lolli, l’elaborazione del Pd “nasce da un’impostazione strategica, siamo ancora in tempo a correggere. Occorrono scelte: ad esempio nel comparto delle infrastrutture abbiamo evidenziato come prioritari i progetti che collegano l’Abruzzo al resto del mondo, sulla digitalizzazione un programma che fornisca alle imprese strumentazione e formazione per le competenze”.
Anche per Andrea Catena, membro dell’esecutivo nazionale del Pd, “la politica seria deve individuare della priorità”. Catena ha evidenziato il tema del lavoro: “Stiamo prendendo a prestito risorse dalle nuove generazioni, perciò devono tradursi in occupazione. Il principale criterio deve essere la valutazione della priorità delle proposte in base all’impatto su crescita e sull’occupazione”. Silvio Paolucci, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, ha rilevato che la Regione “ha presentato dieci miliardi di proposte e senza riuscire a comunicare nemmeno un titolo, e questo già la dice lunga sul fatto che non esista una visione, un’idea. C’è un’assenza totale persino dell’approccio di programmazione, c’è solo la volontà di gestire il presente, il potere per il potere”.