L’AQUILA – Erano le 5.15 di stamane quando al 112 è giunta una richiesta di intervento per il furto appena consumato presso il Nucleo Industriale di Bazzano di un Iveco Daily di colore bianco munito di dispositivo di localizzatore GPS.
Immediatamente sono state attivate le ricerche da parte dei carabinieri del Nor di L’Aquila insieme ai colleghi della Squadra Volante della Questura e della Polizia Stradale di L’Aquila, che inseguivano ed intercettavano il mezzo tra i caselli di L’Aquila Ovest e Tornimparte in direzione Roma.
Insieme al mezzo appena asportato, con funzioni di staffetta, è stato intercettato un secondo autocarro Renault di colore arancione, poi risultato rubato a Terni il 5 luglio scorso.
Sui cassoni di ognuno dei due autocarri risultavano posizionate altrettanti macchine operatrici edili del tipo BobCat.
Ne è scaturito un rocambolesco inseguimento a velocità elevatissime: i mezzi sono stati bloccati non senza difficoltà dopo pericolosi zig-zag sull’autostrada posti in essere dai due conducenti per seminare le forze dell’ordine.
I mezzi, affiancati più volte, nonostante venisse intimato loro l’alt, continuavano la loro fuga per diversi chilometri.
Alla fine i due conducenti, vistisi braccati, si sono lanciati fuori in modo repentino, prima ancora che fosse arrestata la marcia, riuscendo a garantirsi la fuga nei campi adiacenti.
Intanto l’autocarro Renault di colore arancione, che in quel momento stava percorrendo un tratto in salita, abbandonato dal conducente ancora in movimento è risultato estremamente pericoloso in quanto, con il cambio su “folle”, arretrava a retromarcia aumentando vistosamente di velocità.
Gli agenti sono quindi riusciti a salvaguardare l’incolumità dei veicoli che sopraggiungevano monitorando da vicino il mezzo pesante, che ha terminato la propria corsa solo dopo una collisione prolungata contro il guard rail.
I mezzi, utilizzati a Bazzano presso la ditta “Comesa”, sono stati subito restituiti ai legittimi proprietari: due ditte edili rispettivamente di Terni e Città Sant’Angelo.
Notevole il risultato, tenuto conto dell’ingente valore dei mezzi (ben oltre 100.000 euro). Uno sforzo unanime che ora continua per l’individuazione dei responsabili.