Il consigliere regionale denuncia :”Il salvataggio dei tribunali slitta in Consiglio perché la maggioranza si sfalda”
L’AQUILA – Il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Gianluca Ranieri è intervenuto sulla soppressione di alcuni Tribunali in Abruzzo con la seguente nota :
“Nel Consiglio Regionale del 13 dicembre scorso, non si è arrivati a poter discutere il DEFR, perché la maggioranza si è sfaldata intorno alle 21.00 e di conseguenza è slittata anche la possibilità di prendere in considerazione e mettere in programma il salvataggio del tribunale di Avezzano e degli altri tribunali soppressi”.
“Ci auguriamo tuttavia,” ha affermato il consigliere Gianluca Ranieri, “che si possa cominciare al più presto a porre le basi per una programmazione di interventi che conduca al salvataggio del presidio di giustizia marsicano e degli altri meritevoli di tutela”.
Ranieri ha poi parlato del previsto incontro di sabato 17 dicembre organizzato dai presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale, D’Alfonso e Di Pangrazio negli uffici di viale Bovio: “Ci auguriamo che questo incontro non sia solo l’ultimo tassello di un percorso dilatorio il cui fine ultimo sembra essere quello di condurre alla consunzione i presidi soppressi. È ora che la Regione si assuma la responsabilità di una scelta.
Il Movimento 5 Stelle parteciperà alla riunione con i suoi rappresentanti in parlamento per difendere e riaffermare quel diritto di equo accesso alla giustizia che rischia di scomparire per oltre 420.000 abruzzesi e che dovrebbe essere difeso non soltanto dai professionisti del diritto, ma da tutti i cittadini.”
“Si tratta di una battaglia che non è politica, ma civile, e che vogliamo condurre assieme a tutti i rappresentanti del territorio, di ogni schieramento,” conclude il consigliere pentastellato, “perché vengano salvaguardati, in particolare quei presidi i cui territori subirebbero il danno maggiore dalla chiusura, per l’ampiezza dei bacini di riferimento e per il loro ruolo di fondamentale baluardo contro l’infiltrazione della criminalità organizzata, poiché posti al confine con il Lazio e il Molise.”