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Regione Abruzzo:nuovo assetto gestionale del ciclo dei rifiuti

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 Chiodi  “riforma utile contro le inefficienze”;Di Dalmazio “meno costi e sprechi con nuovo assetto”.Si punta su razionalizzazione, riduzione delle frammentarietà ed efficientamento
PESCARA -Ieri   mattina, a Pescara, in Regione, il presidente della Giunta, Gianni Chiodi, e l’assessore all’Ambiente, Mauro Di Dalmazio, affiancati dal direttore degli Affari della Presidenza, Antonio Sorgi, e dal dirigente del settore Gestione rifiuti, Frannco Gerardini, hanno illustrato le norme sulle gestione integrata dei rifiuti, riguardanti l’attribuzione delle funzioni relative al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e le modifiche alla legge 19 dicembre 2007 n.45, appena approvate dal Consiglio regionale. L’obiettivo principale  è ridisegnare l’assetto istituzionale e gestionale del ciclo dei rifiuti urbani in Abruzzo con la previsione di istituire un solo Ambito Territoriale Ottimale (ATO), coincidente con l’intero territorio regionale. Sul  nuovo assetto gestionale del ciclo dei rifiuti urbani ha  detto Chiodi:

Per diverso tempo in Abruzzo molti hanno ritenuto che la crisi legata alla gestione dei rifiuti potesse farci sprofondare in una situazione disperata come quella che si vive quotidianamente a Napoli. Ma questo, fortunatamente, non è mai accaduto e non è accaduto principalmente perchè l’assessore competente ed il dirigente del settore hanno saputo operare con capacità e determinazione affrontando con lungimiranza la riforma del sistema e guardando ben oltre le situazioni contingenti.Una legge importantissima in un settore estremamente sensibile come quello della gestione dei rifiuti poichè il servizio, sia in termini di costi che di eventuali inefficienze, è uno di quelli maggiormente percepiti dai cittadini. Il percorso per arrivare alla sua approvazione è stato piuttosto articolato  anche a causa delle resistenze che sono state frapposte da chi ha fatto di tutto per scaricare altrove disservizi e inefficienze.

Il presidente della Regione ha, poi, ricordato come i rifiuti fossero una delle quattro emergenze da affrontare all’inizio della legislatura oltre a sanità, debito e trasporti. “In sanità la situazione è sotto controllo riguardo ai costi e presto saremo anche una delle nove regioni in grado di assicurare i Livelli essenziali di assistenza (LEA) – ha confermato Chiodi -. Riguardo al debito, c’è stata una riduzione del 25 per cento e dal 2015 si liberarenno ulteriori risorse per circa 60 milioni di euro. Inoltre, è tuttora in atto il percorso di riduzione delle tasse. Si badi bene che queste situazioni le abbiamo affrontate nonostante la persistente crisi economica che, come si sa, ha dimensioni internazionali ed un terremoto devastante. Resta da definire il nodo dei trasporti per arrivare ad una gestione migliore ed a costi più contenuti ma intanto – ha proseguito – abbiamo dato vita alla riforma dei consorzi industriali, a quella dei consorzi fidi ed a quelle delle Comunità montane e del sistema idrico integrato. Una cosa è certa  questo nuovo assetto nella gestione dei rifiuti ci aiuterà a superare le inefficienze senza, perlatro, creare problemi ai livelli occupazionali. Il personale impegnato nel settore sarà pienamente tutelato.

Si tratta di una legge di portata storica – ha affermato Di Dalmazio – poiché ridisegna l’organizzazione regionale dei rifiuti con l’intento di determinare una riduzione della frammentarietà nelle gestione del settore ed al tempo stesso si pone l’obiettivo di eliminare inefficienze, inerzie ed inadempimenti che, nel tempo, hanno comportato un sensibile aumento dei costi per i cittadini. L’ATO Abruzzo viene, infatti, istituito al fine di superare l’attuale assetto dei servizi organizzati nella regione per la gestione del ciclo dei rifiuti urbani comprendente ben tredici comprensori intercomunali.Nonostante la legge lo prevedesse in Abruzzo non sono mai stati costituiti gli Ambiti Territoriali Ottimali e la conseguenza di questo stato di cose è stata una proliferazione di centri di intervento, circa 200 soggetti con assetti societari, oltretutto, estremamente variegati, che, anche a seguito della mancata realizzazione degli impianti, ha spesso determinato situazioni di grave inefficienza gestionale, aggravi tariffari sugli utenti, sprechi organizzativi e talvolta vere e proprie emergenze.

In particolare, la legge prevede l’istituzione di una Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani denominata AGIR che svolge funzione di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio, la cui assemblea è costituita da tutti i Comuni della regione, da un consiglio direttivo, da un direttore generale e da un revisore dei conti, e la nomina di un Commissario regionale, scelto tra i dirigenti regionali, per l’avviso delle procedure di costituzione dell’AGIR che, tra l’altro, avrà il compito di promuovere l’unitarietà delle gestioni esistenti. Inoltre, la Regione ha previsto che l’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale, avviene secondo ambiti o bacini territoriali ottimali definiti da un Piano d’Ambito che sarà approvato dall’AGIR.

La puntuale applicazione di questa legge che prevede un ruolo centrale dei Comuni – ha ripreso Di Dalmazio – ed il celere utilizzo degli oltre 40 milioni di euro programmati per differenziata, riciclo e impianti, consentirà di raggiungere l’obiettivo di un ciclo dei rifiuti in linea le migliori esperienze europee. Adesso, però,dobbiamo sollecitare i soggetti attuatori per la concreta attuazione delle legge e dei programmi al fine di realizzare politiche ambientali sostenibili e moderne, in grado di realizzare economie di gestione nell’interesse dei cittadini che chiedono servizi efficienti e tariffe eque. Obiettivi raggiungibili – ha concluso – con uno sforzo comune da parte di tutti i soggetti coinvolti a cui chiedo la massima collaborazione e disponibilità”. Intanto, sul fronte della raccolta differenziata, Di Dalmazio fa sapere che “dal misero 20 per cento del 2009 si è passati al 38 per cento circa del 2012 e gli ultimi aggiornamenti parlano di un 43 per cento che consentono all’Abruzzo di superare la media delle regioni del centro Italia.

Entro fine anno, infine, ci sarà un adeguamento del Piano regionale dei rifiuti così come previsto dalla legge.

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