PESCARA – Depositata oggi in Consiglio regionale la proposta di legge “Disposizioni per l’utilizzo e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso”, presentata dai gruppi consiliari di centrosinistra in Regione.
Tutelare e valorizzare i siti minerari dismessi e il loro patrimonio storico, archeologico, paesaggistico e ambientale rappresenta una rilevante e preziosa occasione di sviluppo turistico-culturale per la Regione Abruzzo, per questo motivo il centrosinistra in Regione si è fatto promotore di un disegno di legge illustrato questa mattina nel corso di una conferenza stampa presso la sede del Consiglio Regionale in Piazza Unione a Pescara. Alla conferenza stampa di illustrazione del progetto di legge, assieme ai consiglieri regionali Antonio Blasioli e Silvio Paolucci, hanno aderito anche Dino Di Cecco in rappresentanza del Graim (Gruppo di Ricerca di Archeologia Industriale della Majella) e Gianluca Cassano per il C.A.R.S. (Centro Appenninico Ricerche Sotterranee).
Dopo la cessazione della fiorente attività mineraria, che ha interessato la nostra Regione nel ‘900, resta un considerevole patrimonio minerario da conservare, riconvertire e riqualificare e soprattutto rendere sicuro. E’ un patrimonio che riveste un interesse storico, ambientale, naturale e di studio, scientifico, culturale, di storia del lavoro e paesaggistico. I siti minerari costituiscono importanti opere di ingegneria e di archeologia industriale che dovrebbero essere oggetto di progetti di recupero funzionale e riconversione a fini storico-museali da inserire nell’ambito di circuiti didattici e di turismo culturale e ambientale finalizzati anche alla conservazione della memoria storica dei luoghi.
In base agli ultimi dati ISTAT (annualità 2018), a livello nazionale sono stati censiti 94 siti minerari attivi, di cui solo 75 in produzione. Oltre il 60% delle miniere attive nazionali sono concentrate in Sardegna, Piemonte e Toscana, mentre per l’Abruzzo, da dati ISTAT (annualità 2016), risultano 40 giacimenti minerari abbandonati, come emerge dai dati contenuti nella ricerca dell’APAT “I siti minerari italiani 1870-2006”.
PROVINCIA DI PESCARA (siti/bacino minerario):
Abbateggio, Caramanico Terme, Lettomanoppello, Manoppello, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Scafa, Serramonacesca,Tocco da Casauria, Turrivalignani, Bolognano, Popoli
PROVINCIA DE L’AQUILA:
Cagnano amiterno, Lucoli, Rocca di cambio, Rocca di mezzo, Ovindoli, Lecce nei Marsi, Villavallelonga
PROVINCIA DI TERAMO:
Pineto
In base a questo lavoro di ricerca e documentazione storica si rileva che la distribuzione territoriale delle miniere riguarda le sole province di Pescara (22) – in particolare il distretto della Maiella settentrionale, territorio recentemente dichiarato “Geoparco” incluso nella rete Unesco Global Geoparks – e L’Aquila (16) e altro dato interessante che emerge dalla pubblicazione APAT è quello della ripartizione dei giacimenti per tipo di minerale, che risulta essere:
Negli ultimi anni già 4 Regioni (Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle D’Aosta) si sono dotate di una specifica legge in materie di miniere dismesse, dimostrando la centralità e l’importanza di garantire una “nuova vita” al patrimonio storico minerario, la cui valorizzazione può generare ricadute positive anche a livello occupazionale.
Allo stesso tempo non sono mancate iniziative parlamentari volte a definire e circoscrivere le funzioni regionali in materia; cito la proposta di legge della deputata Chiara Braga che non viene ancora calendarizzata. In Abruzzo, soprattutto per quanto riguarda i territori della Provincia di Pescara, si sono svolte e continuano a svolgersi iniziative culturali di riscoperta dei siti minerari, attraverso specifici eventi organizzati da cooperative e associazioni del territorio.
Obiettivo del presente progetto di legge è dotare la Regione Abruzzo di uno strumento legislativo che consenta da un lato di riordinare la situazione delle miniere dismesse presenti sul territorio regionale e metterle in rete e dall’altro permetta, sulla base di precisi criteri autorizzativi, una specifica formazione degli operatori e l’attribuzione di determinate responsabilità, per una valorizzazione e un riutilizzo a fini scientifici, culturali, paesaggistici e turistici dei siti, in un’ottica di sostenibilità e di piena sicurezza.
Voglio ringraziare il GRAIM, il C.A.R.S., la Federazione Speleologica Abruzzese ETS, che hanno fatto pervenire dei contributi ed altri ne faranno pervenire nel corso dell’iter della proposta di legge, che in analogia con le leggi già approvate in Lombardia, Liguria, Piemonte, Sardegna e Valle d’Aosta può rappresentare un aiuto concreto alla riscoperta dei siti minerari, una volta garantite le condizioni di sicurezza.
Il cuore del Progetto di Legge è definito con l’Art.2 ed è il “Programma Regionale per il recupero e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso”. Tutelare e valorizzare, anche al fine di garantire benessere economico e sociale dei territori interessati, è la finalità di questa proposta di legge regionale. Da questo strumento dipenderanno sia il coordinamento di tutte le attività istituzionali in materia di miniere dismesse, sia le linee e gli indirizzi per lo sviluppo delle attività condotte dagli enti locali.
Alla sua stesura contribuirà un Comitato Consultivo, previsto dall’Art.9 del Progetto di Legge, e che sarà composto, oltre che dalla Regione Abruzzo, da Anci, Upi, Uncem, Sovrintendenza, Enti Parco Nazionale della Maiella e Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (gli unici due parchi su cui incidono le miniere dismesse) e da una rappresentanza degli operatori del settore.
L’art. 3 prevede la possibilità di individuare Parchi geominerari e miniere-museo che hanno disposizioni più stringenti rispetto alle modifiche che potrebbero incidere sulla morfologia del territorio e sugli equilibri paesaggistici, ambientali e geominerari.
Il Progetto di Legge fornisce anche l’occasione per un puntuale censimento dei giacimenti presenti in Abruzzo (art. 5), su cui la Regione possiede già un consistente archivio storico, che occorre aggiornare e mettere a sistema.
Un’importante novità, inoltre, è la previsione di precise regole in merito alle autorizzazioni necessarie all’utilizzo del patrimonio minerario dismesso, nonché per la sicurezza dei fruitori (turisti, sportivi, studiosi e tecnici…) dei siti, che si attuerà anche attraverso una specifica formazione degli operatori accreditati per la messa in sicurezza del sito sia per il recupero funzionale che per fini turistici.
Il testo contiene rilevanti specifiche in merito alla tutela dei siti e alla bonifica di quelli che si trovano in condizioni tali da necessitarla. In particolare l’art. 10 prescrive che gli interventi di bonifica dei siti minerari dismessi vadano attuati garantendo il più possibile il mantenimento delle strutture e manufatti, anche delle forme minerarie residuali, e senza alterare la morfologia del patrimonio minerario originario.
La proposta di legge non comporta esborsi economici. Non abbiamo voluto presentare una delle tante leggi-provvedimento, ma una normativa che aiuti la Regione, il turismo e la storia culturale dei siti minerari, con una pianificazione a monte rispettosa delle linee guida presenti in questa proposta. L’augurio è che anche il resto del Consiglio regionale possa sottoscrivere questa proposta e collaborare attivamente a migliorarla nell’iter che speriamo possa aprirsi il prima possibile.
Antonio Blasioli: “Le miniere della Maiella – afferma il consigliere – hanno segnato la storia del comprensorio della Val Pescara (Abbateggio, Bolognano, Caramanico Terme, Lettomanoppello, Manoppello, Popoli, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Scafa, Serramonacesca, Tocco da Casauria, Turrivalignani) contribuendo allo sviluppo industriale dell’Abruzzo; la tutela e la conservazione di queste testimonianze sono fondamentali per tramandare memorie e tradizioni; la loro valorizzazione, oltre a generare molteplici opportunità turistico-culturali, potrà veicolare identità e valori di queste comunità e territori e mantenerne viva la memoria”.
Silvio Paolucci: “I giacimenti minerari dismessi in Abruzzo sono simbolo di un passato economico e sociale che va tenuto in vita attraverso progetti di sviluppo turistico. La Regione Abruzzo deve scommettere concretamente sul turismo minerario, che consente anche una destagionalizzare dell’offerta turistica e per questo i gruppi consiliari di centrosinistra in Regione chiedono una rapida calendarizzazione di questa proposta programmatoria di tutela e valorizzazione del patrimonio minerario dismesso, già concertata con molte realtà associative e istituzionali di settore”.
Dino Di Cecco – Graim (Gruppo di Ricerca di Archeologia Industriale della Majella): “Da circa 8 anni il Graim conduce ricerche sul patrimonio minerario dell’area settentrionale della Maiella, sia a livello esplorativo (abbiamo contribuito a riscoprire circa 20 miniere con 100 ingressi e riportato alla luce resti delle infrastrutture industriali fra cui binari, carrelli, tralicci..) sia storico-antropologico ed è subito stata chiara la necessità di valorizzare quanto emerso in una rete turistica più ampia che integri anche la natura, la storia e la cultura di questi luoghi. Nella proposta di legge che oggi viene presentata dai consiglieri regionali, tra gli elementi principali che la caratterizzano rileviamo con soddisfazione la “semplificazione delle procedure amministrative” per la tutela e valorizzazione dei siti e “l’incentivazione delle attività di ricerca scientifica” in accordo con le istituzioni universitarie. Auspichiamo che il presente progetto trovi la piena condivisione e sottoscrizione da parte di tutti i componenti del Consiglio regionale, perché il patrimonio minerario abruzzese è una risorsa turistica molto importante che può portare benefici economici su tutto il territorio”.
Gianluca Cassano – C.A.R.S. (Centro Appenninico Ricerche Sotterranee): “Il patrimonio minerario abruzzese costituisce un tesoro sommerso che deve essere portato alla luce e valorizzato per renderlo un tesoro per il futuro. La presente proposta di legge costituisce una linea guida fondamentale da seguire per offrire al territorio regionale una proposta turistica alternativa, perché la fruizione delle miniere da parte dei visitatori arricchisce di nuovi elementi il turismo ‘slow’ e ‘open air’ della Regione Abruzzo, per vacanze alla scoperta dei luoghi e della cultura locale”.
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