Lo ha detto ieri l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione che ha anche ribadito la necessità del superamento definitivo degli attuali consorzi industriali
PESCARA – L’assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione ha accolto con soddisfazione l’intervento della Cna che ha espresso apprezzamento per l’ipotesi di riforma dei consorzi industriali voluta dall’assessore stesso:un testo che nei prossimi giorni dovrebbe essere portato all’approvazione, prima della Giunta regionale e poi del Consiglio. La Cna ha affermato che è giusto superare l’attuale frammentazione rappresentata da ben sette aree di sviluppo industriale e ricondurre le competenze a un solo ente e esorta il Consiglio regionale ad approvare il testo in tempi brevi, superando logiche di contrapposizione che rischiano di fare capolino all’interno della stessa maggioranza.
Tra gli elementi positivi rappresentati dal nuovo testo di legge, a detta della confederazione artigiana presieduta da Italo Lupo, l’erogazione di servizi di qualità alle imprese, secondo una visione moderna ed efficiente: a quelli di natura più tradizionale (ciclo dell’acqua e dei rifiuti, manutenzione della viabilità) si affiancheranno infatti servizi a più alto contenuto innovativo, come quelli ambientali, per la gestione dell’energia, per il riciclaggio dei materiali.
Ha dichiarato Castiglione:
apprendo con soddisfazione che la ripresa del sistema industriale della Regione passa per le strutture dei distretti produttivi e ciò sta a significare che la politica dello sviluppo economico che la Regione Abruzzo sta attuando attraverso i poli d’innovazione, le reti d’impresa la ricerca e i servizi, va nella giusta direzione.Il problema della nostra politica industriale deve trovare soluzione inevitabilmente nella ridefinizione di un nuovo modello integrato di sviluppo economico del territorio e cioè attraverso il superamento definitivo degli attuali consorzi industriali, per addivenire ad un unico ente pubblico economico, lasciando lo sviluppo del territorio a chi lo vive e lo partecipa per il tramite dei poli e delle reti.
Un nuovo sistema produttivo dunque dove la Regione mantiene la sua azione di indirizzo e di programmazione. D’altra parte le affermazioni della Cna e di Confindustria, e per quanto di mia conoscenza anche di altre associazioni, che sono pronte ad intervenire sulla stessa lunghezza d’onda, sottolineano positivamente che le logiche campanilistiche, localistiche o di altra logica, non possono appartenere a chi ha a cuore lo sviluppo del territorio abruzzese e a chi intende prepararlo verso una ripresa economica che abbisogna sia di nuove norme che di riforme strutturali. Bisogna quindi mettere in condizione i distretti che stanno risalendo la china, e tutte quelle filiere che si riconoscono nei poli produttivi, di poter esprimere al meglio le proprie potenzialità sotto la guida di una normativa capace di assecondarle al fine di ridisegnare la geografia economico industriale dell’Abruzzo.
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