Tra le altre tappe il Circus per il #FLA Festival ed il Comune per parlare del Referendum
PESCARA – Una intera giornata in Abruzzo per il primo ministro italiano Matteo Renzi. Questi sono gli appuntamenti che lo hanno visto impegnato: al Porto Turistico Marina di Pescara accoglienza del presidente del Consiglio Matteo Renzi da parte del mondo economico e produttivo; successivamente il premier si è recato alla scuola media Dante Alighieri di Spoltore per l’inaugurazione; alla Sala Europa dell’Aurum di Pescara taglio del nastro e visita del Villaggio della comunicazione, alla Sala D’Annunzio cantierizzazione interventi del Masterplan per l’Abruzzo: sottoscrizione delle convenzioni operative con soggetti attuatori, con i sindaci abruzzesi, amministratori degli Enti regionali, Presidenti delle Province e Consiglieri provinciali, soggetti attuatori Masterplan; poi al Cinema Circus inaugurazione del Festival delle Letterature dell’Adriatico: intervista con Luca Sofri. Infine nella Sala Consiliare del Palazzo Municipale, Pescara incontro pubblico “La riforma costituzionale che serve al futuro del Paese”.
In occasione della cantierizzazione interventi del Masterplan per l’Abruzzo, il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ha detto: “Matteo oggi ha conosciuto il mondo turistico che è il luogo dove Pescara e non solo cerca di mostrare la parte migliore di se e anche la parte più importante. Poi ha conosciuto Spoltore che è una cittadina molto ambiziosa che ha scommesso senza perdere tempo sulla vita scolastica, quella dei progetti, oggi abbiamo potuto immaginare cosa significa fare una vita di servizio. Poi lo abbiamo portato fino all’Aurum, questo luogo è stato teatro di affetti, legami, ci sono stati tra i più grandi personaggi della cultura dell’Abruzzo che dimostrano anche la dimensione artistica di questa città, qui è venuto parecchie volte per pensare e meditare un uomo come Gabriele D’Annunzio, quindi qui c’è una parte importante delle attenzioni fino all’innalzamento della bellezza che non è uguaglianza della perfezione, ma assume quanto più significato possibile. Questo lo ha portato lui, la bellezza di questo luogo e di questa regione.
È importante che si realizzi un’importante tradizione in Abruzzo. Non si può avere responsabilità se non si è fatto il sindaco, in Germania è una Legge, a favore dei sindaci che hanno i dolori delle loro terre o per mancanza di appartenenza o per resistenza degli edifici dopo le scosse o per la resistenza degli edifici stessi. Abbiamo salutato i sindaci che sono nel cratere del 24 agosto ed i sindaci che entreranno nel nuovo cratere. Abbiamo fatto l’accordo che adesso è procedura, oggi sono state firmate 77 convenzioni basate sulla contabilità e che hanno ristabilito e ripartito le risorse e competenze. Da questo momento in poi dobbiamo dare luogo alla scelta del continente. Noi dobbiamo fare in modo che ci sia la volontà e l’altra faccia della responsabilità. Gli interventi contenuti in questo Masterplan sono gli interventi che ascoltano le esigenze , i bisogni e le criticità del passato. Questa è la terza regione d’Italia piena di acqua, noi paghiamo 2,5 miliardi di euro per l’utilizzo idroelettrico, abbiamo il più grande parco dell’Abruzzo che è l’Adriatico, una quantità ed una qualità dei fiumi indescrivibile, però c’è l’inquinamento, questo perché i depuratori non funzionano e non sono completi. È chiaro che va raccolta questa occasione per mettere a segno l’efficienza e lo abbiamo affidato ad un soggetto giuridico che sta cercando di portarlo a termine. Qual è l’impatto di questi soldi pubblici che vengono dall’erario? Non sono ripartibili all’inquinamento. Allora bisogna costituire un collegio giudicante e non pregiudicante. Il secondo grande obiettivo è quello dei porti abruzzesi che erano connessi con le altre direzioni della mobilità.
Abbiamo tre porti importanti come Pescara, Ortona e Vasto, dovevamo aspettare 4 anni per avere questi soldi? In passato litigavano Abruzzo e Molise, poi ci siamo cominciati a guardare negli occhi, adesso c’è un progetto esecutivo e bisogna attuarlo. La Marsica piena d’acqua si ritrova senza. Per le strade abbiamo investito 190 milioni di euro in un colpo solo per la Fondovalle Sangro e nessun assessore si è opposto. Con questa cifra ci escono circa 8-900 fioriere e tante rotatorie. Questa era una regione che non aveva copertura digitale, quando vado a Roma ci vado per pretendere copertura normativa e finanziaria e non ho trovato mai un atteggiamento riottoso che non voleva entrare nel merito, si è investito anche nelle zone industriali, tutti i comuni sono coperti. Ci vuole il supplemento di chi deve fare la parte pubblica. Il denaro quando viene utilizzato per un’opera, poi si trasforma nella qualità del servizio. Questo accordo ha fatto in modo che l’Aeroporto d’Abruzzo si togliesse da un’invalidità lieve.
L’Aeroporto d’Abruzzo aveva il foglio rosa, poi abbiamo lavorato facendo in modo che i voli low cost potessero tornare in Abruzzo. Quando ad un paio di presidenti del Consiglio gli ho parlato delle difficoltà con il Pato di Stabilità per i Giochi di Mediterraneo del 2009 hanno sgranato gli occhi. Allora si pensava che fosse non solo una irregolarità ma anche una illegalità. Gli occhi ruotavano per incomprensione a quel tema. Il tema dei voli low cost ha trovato una manifestazione a favore, è la prova legittima degli Aeroporti minori i quali se non funzionano toglieranno 3 milioni di voli dal cielo europeo. Tagliare questi voli significa che l’Abruzzo tornerà ad essere la regione di Fontamara e dell’indebolimento. Ci vuole adesso l’infrastrutturazione di quell’Aeroporto ed ecco perché servivano i fondi.
Abbiamo messo risorse per Sulmona che è la città più bell’a d’Abruzzo, è un luogo di bellezze e di passeggiate nelle vie di Celestino V. si deve agire, ma insieme alla Soprintendenza si devono trovare delle soluzioni. Abbiamo fatto si che Teramo completasse la sua infrastruttura più importante che è la Teramo Mare, abbiamo fatto in modo che da L’Aquila si potesse andare al mare con delle strade all’altezza per fare in modo che L’Aquila ottimizzasse la sua capacità viaria. La distanza L’Aquila-Pescara che ha tanto diviso negli anno ’70, ’80 e ’90 la dobbiamo rendere praticabile. Abbiamo fatto in modo che Passo Lanciano trovasse le strutture per svilupparsi. Ce la faremo a completare queste opere, cerchiamo di stare dietro a regioni come l’Abruzzo”.
“Mi piace l’intuizione con la quale il presidente D’Alfonso abbia letto l’introduzione dei parchi che si sono allargati – ha detto Matteo Renzi – è nato un metodo di lavoro completamente nuovo in Italia nel quale lo Stato controlla la Regione e la Regione controlla lo Stato ed i Comuni controllano Stato e Regioni. È una sorta di impegno reciproco ed essere comunità perché senza la comunità, dietro dei meri amministratori o degli operatori non si può operare oltre la sola filosofia. La differenza tra il bar dello sport e la politica è questa: al bar dello sport ognuno può dire la sua opinione, poi c’è un momento in cui tocca a te pensare a cambiare le cose. Le persone si ispirano continuamente a noi, ma la cosa importante è andare a lavorare perché si sta costruendo un mondo più bello ed efficiente. A Pescara il sindaco ed il presidente della Regione mi hanno mostrato i luoghi ed i personaggi. Un cittadino che è nato a Pescara ed è poi cresciuto in altre città tra cui Chieti è Ennio Flaiano che è uno di quei personaggi che ha spopolato ed ha detto ‘Siamo in una fase di transizione, come sempre del resto’.
Siamo in una fase di transizione a livello italiano, ma lo è sempre. Da qualche ora il presidente degli Stati Uniti si chiama Donald Trump, non tutti ci avrebbero scommesso. Da qualche mese l’Europa vede la curiosa contraddizione di Paesi che sono stati salvati dai Paesi fondatori negli anni ’90, che sono stati aiutati economicamente negli ultimi 20 anni in modo crescente e che oggi dopo essere stati salvati da quell’evento straordinario che è la caduta del muro di Berlino 27 anni fa, ora immaginano di innalzare un nuovo muro, preferendo il loro sguardo egoista ad una comunità solidale. Peccato però che quando vanno a riscuotere i contributi dagli altri Paesi, l’egoismo diventa altruismo e solidarietà. Ecco che nessuno avrebbe immaginato in questa fase di vedere la grande crescita della Cina con le relative trasformazioni orientali.
Una richiesta costante di amicizie su Facebook che poi rischia di far perdere l’amicizia con quelli del Comune a fianco. Il mondo è in fase di transizione, l’Italia in questo scenario credo che debba avere una visione molto chiara sul proprio orizzonte e su quello dei propri figli. L’Italia ha un tasso di crescita, non solo economico, più interessante e più ampio di altri Paesi. Dobbiamo rimediare a qualche pasticcio, per me si tratta di una mancanza di autostima e consapevolezza, siamo come un adolescente che si sente peggio di come è, che si abbandona alla rassegnazione senza avere la consapevolezza delle tante cose da fare, dobbiamo spostare un po’ più in là l’asticella delle nostre ambizioni e delle nostre aspettative. Si tratta del fatto che possiamo tornare ad essere un punto di riferimento nel mondo, noi dobbiamo camminare. Il Masterplan in Abruzzo non è un elemento staccato, non è un accordo politico per la stima che porto nei confronti di Luciano D’Alfonso. Non è un fatto di simpatia personale o di solidarietà politica, ma è un ringraziamento che ognuno porta dentro di se per fare un tratto di storia.
La mia responsabilità è a livello nazionale, il Governo per primo ha un compito: dobbiamo avere una presenza molto solida e grande a maggio 2017, a Taormina avremo il G7, vedremo il nuovo presidente degli Stati Uniti, vedremo che cosa succederà. A marzo, due mesi prima, ci sarà un altro incontro a Roma per affermare il concetto che l’Europa non può essere solo un’accozzaglia di egoismi, ma è un luogo con l’anima, quindi portare le tesi italiane vale di più di aritmetiche formali di qualcuno a Bruxelles. È importante fare il Masterplan in Abruzzo e che nel Masterplan ci sia questo sguardo anche sul mondo, in questo modo nel tempo si possono esprimere cose molto concrete anche valutando l’immenso patrimonio immateriale che è il Made in Italy. È chiaro che lavorando sull’export si fa crescere sul profilo alimentare, delle aziende e del marketing del Paese. Se ad esempio aumenta l’export nell’agroalimentare, si devono abbassare le tasse sulla cultura, il risultato è che ‘vai a zappare’ non è più un insulto. In vent’anni una generazione di ragazzi inizia a dire che fare il cuoco è una cosa divertente, interessante, prima si diceva poco ‘chef’, era quasi una cosa di serie B. c’è stato un cambiamento culturale anche agevolato da programmi televisivi specifici. Il cibo è elemento di bellezza.
Deve essere la stessa cura della qualità del territorio, come tenere aperti i nostri luoghi ed i nostri borghi, noi vogliamo ricostruire dopo il terremoto perché in quei luoghi feriti dal sisma non c’è solo una pietra, ma c’è una pietra che ha ammazzato molte persone e c’è un pezzo della civiltà italiana, senza la ricostruzione non c’è la speranza. Tenere insieme export, alimentazione e tenuta del territorio ha a che fare con le infrastrutture. Ad esempio la città di Sulmona è una chicca delle aree interne. L’Italia non fa più le cose sulla base dell’ultimo minuto. Questo meccanismo sta attraversando una fase di difficoltà. Il Masterplan deve superare le difficoltà ed avviare una fase collettiva. È il capitale umano che fa la differenza, bisogna far smettere la fuga dei cervelli, ma l’unico modo non è creare lavoro finto in Italia, se abbiamo delle intelligenze del sapere è giusto che le aziende ne possano attingere. Non c’è alternativa alla fuga dei cervelli se non l’attrazione dei cervelli. Il numero sproporzionato di abruzzesi all’estero ha un successo strabiliante, persone di grande intelligenza che percorrono le strade di esplorazione di nuove frontiere. L’Abruzzo non è semplicemente una regione ed un posto di bellezza, ma è una parte della nazione di cui l’Abruzzo è protagonista che ha una responsabilità storica e straordinaria in questa fase di transizione che stiamo vivendo. Io ci credo fortemente, noi siamo abituati a complicarci da soli le cose”.