PESCARA – “Il pagamento delle rette per i nidi comunali di Pescara, chiusi dallo scorso 6 marzo al pari di tutti gli Istituti scolastici italiani, è ovviamente sospeso, ovvero le famiglie non devono versare nulla non avendo più fruito del servizio. Né dovranno versare alcunchè coloro che eventualmente decideranno di avvalersi delle sei ore settimanali di ‘didattica a distanza’ che le educatrici starebbero predisponendo. Ritengo che la volontà già espressa in tal senso da tutta l’amministrazione comunale e da tutta la maggioranza di centrodestra sia ben chiara e al massimo, per dare maggiori garanzie alle famiglie, chiederemo al sindaco Masci e alla giunta di elaborare una delibera specifica che ribadisca tale intenzione e decisione”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Edilizia scolastica e Pubblica istruzione Fabrizio Rapposelli intervenendo sulle dichiarazioni del Pd all’indomani della seduta della Commissione stessa.
“Abbiamo invitato in audizione l’assessore delegato Mariarita Paoni Saccone per fare chiarezza in modo definitivo su come stanno operando i nidi comunali in tempi di Covid-19 – ha ricordato il Presidente Rapposelli -, soprattutto per chiarire i nodi inerenti il presunto avvio della didattica a distanza, o ‘lavoro agile’, da parte delle educatrici utilizzando le stesse sedi dei nidi a partire dallo scorso 4 maggio, come preannunciato dalla dirigente lo scorso 29 aprile sempre durante la seduta della Commissione. Peraltro a partire dal 30 aprile la stessa dirigente ha firmato una serie di determine, prima ribadendo tale disposizione, poi rettificata con la determina numero 56 del 6 maggio in cui invece si è deciso che le educatrici avrebbero sì avviato la didattica a distanza, ma dalle proprie abitazioni anziché dai nidi comunali.
Di conseguenza abbiamo ritenuto importante sentire anche l’assessore per rimettere ordine nella ridda di informazioni. E l’assessore ha innanzitutto confermato la veridicità degli atti, ovvero: inizialmente si era pensato di avviare la didattica a distanza per i bambini dei nidi comunali a partire dallo scorso 4 maggio, al fine di garantire anche un supporto psicologico alle famiglie, consentendo alle educatrici di lavorare per 3 giorni da casa, e due giorni a settimana, il martedì e il giovedì, direttamente nelle strutture, anche per consentire loro di utilizzare il materiale didattico necessario. Poi però, durante la riunione di un gruppo di lavoro appositamente organizzato, è emerso un problema di non poco conto, ossia prima del ritorno in sede delle educatrici, ogni volta il Comune avrebbe dovuto predisporre la sanificazione degli stessi nidi, con una lievitazione dei costi abnorme per il Comune. A quel punto il Gruppo di lavoro ha consultato gli educatori, chiedendo se fosse possibile rinunciare ai due rientri settimanali previsti e gli stessi educatori hanno confermato che le attività si sarebbero comunque potute svolgere dalle proprie abitazioni, fatta salva la possibilità di recarsi nei nidi, almeno una volta, accompagnati dalla funzionaria comunale, per prendere il materiale didattico eventualmente necessario.
Nel corso della Commissione è poi stato riaffrontato il tema del pagamento delle rette e se, a fronte dell’avvio della didattica a distanza, almeno per sei ore a settimana, tale attività potesse o meno implicare, da parte delle famiglie che ne avessero fruito, l’obbligo di pagare la retta. A giudizio della maggioranza di governo – ha puntualizzato il Presidente Rapposelli – pare chiaro che le famiglie non dovranno pagare le rette, non avendo più fruito dei nidi comunali e dei relativi servizi dallo scorso mese di marzo, lo abbiamo già detto nelle scorse settimane e ci sembra ormai si tratti di un principio acclarato e indiscutibile. Anche perché pare sia altrettanto chiaro che eventualmente le sei ore di didattica a distanza sono una semplice azione di ‘sostegno’, di supporto virtuale, teso più che altro a non disperdere il legame formativo che gli educatori hanno comunque costruito con quei bambini che a settembre prossimo, si spera, torneranno in classe. Tuttavia possiamo anche comprendere le eventuali perplessità delle famiglie e allora, proprio per tranquillizzare tutti, chiederemo al sindaco e alla giunta di elaborare, nella riunione dell’esecutivo, una delibera specifica in cui si ribadisca, in modo puntuale e incontrovertibile, l’esonero dei genitori dal pagamento della retta per i nidi comunali chiusi da marzo”.