PESCARA – Reverse Hole …. il rock è di casa nel loro disco d’esordio “Out of the hole”. Una band giovane, che parte con il piglio giusto sfornando uno dei migliori lavori degli ultimi anni. La loro musica graffia, regala energia, è aggressiva e potente: Loris Della Rocca (voce), Boney (chitarre e cori), Mr Dax (basso e cori), Fabio Fly (batteria) hanno messo in questo album pura passione, si sente nelle tracce presenti, una più bella dell’altra.
Nelle canzoni ognuno di loro ha messo le proprie influenze e questo mix ha portato ad un risultato sbalorditivo: se questo disco fosse uscito in America avrebbe probabilmente già un posto al sole nelle migliori uscite dell’anno! Orgogliosamente autoprodotto, “Out of the hole” è una vera forza che ha le sue carte vincenti nel perfetto incontro fra la voce tagliente di Loris, le chitarre taglienti e “molto american style”di Manuel (Boney) che si incrociano a meraviglia con il basso ordinato ma “sporco al punto giusto” di Davide (Mr Dax) e le ritmiche possenti della batteria di Fabio Fly.
Partiamo col presentare i Reverse Hole …
R – Nasciamo al mare. Davide ha proposto dei pezzi a me (Loris) che lui aveva arrangiato, abbiamo così iniziato a scrivere testi. La prima canzone a vedere la luce è stata “How many times”. Poi ci siamo incontrati con Manuel, lavorando sul tutto ed infine è arrivato Fabio. Questo avveniva nel 2009 e a dicembre registrammo una demo e poi ad aprile 2010 ci siamo messi sotto per registrare il disco.
Come definireste “Out of the hole”?
R – Rock moderno, ha influenze di gruppi recenti, ci sento anche un po’ di Muse dentro, c’è qualche elemento di elettronica: a me (Manuel) e Davide piacciono molto i Depeche Mode e quindi viene fuori la nostra passione per gli anni’80. Poi anche qualcosina dei ’90, tipo Stone Temple Pilots. In realtà non abbiamo cominciato con questa formazione, agli inizi avevamo una cover band dei Guns’N’Roses, poi ci siamo sciolti e trovati con Manuel con cui c’è stato subito feeling!.
Perché avete scelto questo titolo così ad effetto?
R – Una sera stavamo parlando su internet in chat fra noi e io (Manuel) scrivevo in inglese a Loris “preparati che si esce dal buco”, la cosa ha intrigato anche Fabio che è stato d’accordo e quindi è venuto fuori “Out of the hole”.
Il nome Reverse Hole colpisce subito: come ci avete pensato?
R – Quando abbiamo iniziato a registrare la demo stavo ascoltando “Revolver dei Beatles – continua Manuel – che come effetto ha il “reverse delay” che riproduce il suono al contrario. Quindi “Reverse” già mi affascinava, poi non riuscivo a trovare parole da associare, ho iniziato a giocare col nome ed è venuta fuori l’assonanza “Reverse hall” come “stanza” oppure come “effetto elettromagnetico. Poi vedendo che suonava bene “Reverse hole” ho scelto quello.
Questo è un album veramente di ottima fattura, si può ascoltare tutto dall’inizio alla fine e scorre benissimo tutto di un fiato. Ma secondo voi c’è una canzone che lo rappresenta meglio?
R – Sono molto legato – dice Loris – ad “How many times” che è la prima da me scritta, però quella che mi fa piace suonare di più è “Shine”. Io non potrei che dire – continua Manuel – “Bloody twins” visto i soggetti! Poi da suonare mi piace molto “Story goes”. Noi (Fabio e Davide) invece preferiamo “Fortune teller” e “Charlie”.
Personalmente subito ho apprezzato notevolmente “No care”: come nasce?
R – In cinque minuti! È venuto fuori un suono molto diverso e meno classic rock. Così è arrivata l’ispirazione per trattare un tema come la pedofilia, una ragazzina che viene adocchiata da tutti, argomento molto forte indubbiamente.
“Takin’ over” è un brano molto carico e pieno di energia ….
R – Tutto il disco è nato in sala prove jammando. Questo pezzo ne è un esempio. Musicalmente è nata in poco tempo, il testo (spiega di nuovo Loris) sta a significare “passare sopra, andare oltre” una mia vecchia storia, ma ci sono legato comunque e, pur rinnegandola, ho voluto scriverne.
“How many times” è uno dei momenti migliori del disco, in un certo senso ha la funzione di spezzare un po’ le atmosfere rockeggianti che dominano ….
R – Parla del mio primo amore (sempre Loris a parlare): una melodia andante, molto dolce. Alcuni hanno detto che non c’entra poi tanto con il resto del disco ma ho voluto fortemente inserirla per il suo significato.
Come vi proponete live? Date l’idea di avere un forte potenziale da poter offrire al pubblico in concerto …
R – Incentriamo lo spettacolo sul disco ovviamente che viene anche venduto alle serate. Inseriamo anche qualche cover ed un brano che faceva parte del demo che si chiama “The game”. Dal vivo le sonorità sono un po’ diverse da quelle del cd, ma manteniamo l’intento di trasmettere l’energia che mettiamo in ogni cosa, poiché suoniamo canzoni nostre e dunque le sentiamo particolarmente.
A livello promozionale come vi muoverete?
R – Faremo concerti. Stasera al Loft di Spoltore, il 9 aprile al Jack’s Pub di Collecorvino ed il 23 all’Orange di Pescara. Cercheremo di fare promozione anche a livello radiofonico. Il disco è autoprodotto perché abbiamo voluto mantenere un prezzo accessibile del cd non a discapito della qualità. Tutto è pensato da noi, con amici che ci hanno disegnato booklet e copertina, senza compromessi: adesso è bello farci conoscere per quello che realmente siamo. Ci hanno aiutato persone competenti nell’incisione del cd e questo ha permesso di offrire crediamo un buon prodotto.
Appuntamento questa sera alle 22 al Loft per scoprire il presente ed il futuro del rock …. Reverse Hole: teneteli d’occhio!
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