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Riapertura locali Movida a Pescara: aperto tavolo di confronto

da Redazione

movida piazza muzii

Rapposelli: “Domani sentiremo i Comitati dei cittadini, con l’obiettivo di favorire l’individuazione di un punto di incontro utile al riavvio della città per l’estate”

PESCARA – “La Fase II dell’emergenza Covid-19 impone a tutta la città un salto di qualità, senso di responsabilità e maturità per far ripartire la nostra economia. Se è vero che a commercianti ed esercenti si chiedono investimenti importanti per tutelare la salute dell’utenza, anche riducendo il volume di affari per la riduzione della clientela, è altrettanto vero che occorre metterli in condizioni di lavorare in sicurezza e tranquillità. Ed è compito dell’amministrazione comunale aprire un confronto sui temi caldi, che significa valutare con attenzione gli orari di attività, tenendo conto di una necessaria turnazione della clientela e collaborando nel garantire il rispetto delle regole all’esterno dei locali, ovvero fuori dal perimetro delle strutture dove il singolo esercente non ha alcuna autorità sul comportamento dei cittadini. Oggi la Commissione ha aperto il Tavolo di confronto ascoltando i rappresentanti delle Associazioni di categoria. Domani sentiremo i Comitati dei cittadini, con l’obiettivo di favorire l’individuazione di un punto di incontro utile al riavvio della città per l’estate e fissando quei paletti che potranno diventare il punto di partenza della prossima delibera con la quale il sindaco dovrà disciplinare lo svolgimento delle attività per tutta l’estate”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Attività Produttive Fabrizio Rapposelli al termine della seduta odierna nella quale sono intervenuti, virtualmente, il Presidente della Confesercenti Gianni Taucci, Riccardo Padovano in rappresentanza dei Pubblici esercizi di Confcommercio, Carmine Salce per la Cna e Barbara Lunelli rappresentante della Confartigianato.

“Le richieste di base sono unanimi da parte di tutte le Associazioni, ovvero chiedono certezze, garanzie e regole valide per tutti – ha affermato il Presidente Rapposelli -, fondamentali in un momento di grande caos, dopo un’emergenza sanitaria che ha imposto un lockdown totale per due mesi e una Fase II che ancora oggi obbliga a una serie di restrizioni, come l’uso di presidi quali mascherine e guanti, per l’utenza e i propri dipendenti, oltre al distanziamento sociale, che per gli esercenti dei locali si traduce in una riduzione drastica dei tavoli e della clientela. Bene la concessione di ulteriori spazi all’esterno con l’esenzione della tassa di occupazione del suolo pubblico, misura oggi prevista dai Decreti ministeriali ma che Fratelli d’Italia aveva proposto al Comune di Pescara già il 2 aprile scorso con un ordine del giorno a firma mia e del consigliere Massimo Pastore. Ma evidentemente non basta se tutti gli esercenti dell’area della Movida hanno scelto, unanimemente, di non riaprire le proprie attività in questa Fase II, di fatto spegnendo un’ampia fetta della città”.

Al centro del dibattito è subito stato posto il nodo degli orari di attività: “Innanzitutto – hanno spiegato Confartigianato e Cna – gli operatori chiedono che siano uguali su tutta la città, perché non è accettabile che ci siano strade in cui i locali devono chiudere a mezzanotte, e altrove possono beneficiare di orari più lunghi, creando una concorrenza sleale”.

“Pensare che i locali tradizionalmente frequentati per un aperitivo o un post-cena, debbano chiudere a mezzanotte in piena estate, per tutta la settimana, con una deroga all’una solo il venerdì e il sabato sera, ci pare francamente troppo restrittivo – ha confermato Padovano della Confcommercio -. Pensiamo soprattutto alla riviera, dove l’operatore si troverebbe veramente a dover togliere la sedia al commensale”.

“Gli operatori chiedono certezze e, finchè non le avranno, non riapriranno le proprie attività – ha sentenziato Taucci della Confesercenti -. Il problema non è tanto piazza Muzii o via Cesare Battisti o un’altra zona, ma piuttosto chi controllerà ed educherà l’avventore affinchè resti nei limiti delle norme di sicurezza imposte. Ovvero, al di fuori del perimetro, del recinto, della propria attività commerciale, dunque sulla strada, il singolo operatore non ha alcuna autorità per imporre al cliente di utilizzare la mascherina o di mantenere la distanza da un altro commensale, ma è un problema di pubblica sicurezza, di Polizia municipale o di Forze dell’Ordine. Teniamo conto che la maggior parte dei locali della Movida si occupano di food and beverage, tutti sono consapevoli che, con le norme anti-Covid, avranno un numero di posti a sedere limitatissimo, si potrà accedere solo su prenotazione, e dovranno necessariamente giocare su una turnazione dell’utenza per arrivare a fine mese.

E allora, siccome tutti ricordiamo le problematiche e le polemiche di cui sono stati oggetto molti operatori di piazza Muzii e dintorni e statisticamente temiamo che tali episodi possano verificarsi, oggi prima di rialzare le serrande gli operatori chiedono certezze all’amministrazione che deve assumere una posizione. Teniamo conto che per molti dipendenti la cassa integrazione si chiuderà il prossimo 15 giugno e dal giorno seguente gli imprenditori avranno sul groppone anche tutti i dipendenti. E allora davvero questa volta rischiamo di chiudere tutti e di non riuscire più ad arginare una protesta sociale che rischia di esplodere. Siamo eventualmente d’accordo a procedere per step: magari si faccia una prima ordinanza per disciplinare le attività serali fino al 15 giugno, fissando all’una tutti i giorni l’orario di chiusura, poi però la misura andrà rivista, ripensata, perché non è pensabile spegnere all’una la città per tutta l’estate quando tutti i locali per sopravvivere oggi hanno bisogno almeno di programmare la propria attività spalmata su 5 turni quotidiani”.

“Comprendiamo le ragioni espresse dai rappresentanti di categoria e apprezziamo anche la loro franchezza – ha affermato il Presidente Rapposelli –. Innanzitutto è evidente che bisogna iniziare a ragionare a una misura amministrativa, a una delibera definitiva valida per tutta l’estate, non a ordinanze che si cambiano ogni quindici giorni perché gli imprenditori hanno bisogno di certezze per programmare il proprio lavoro, fatti salvi gli imprevisti malauguratamente determinati da un’eventuale e non auspicabile recrudescenza del virus. È importante la riflessione proposta circa l’Organo che sarà deputato al controllo del rispetto delle regole da parte dell’utenza dei locali, controllo che non può essere delegato ai singoli operatori i quali, giustamente, non hanno autorità in tal senso al di fuori del perimetro della propria attività.

Quindi stavolta sono gli operatori a chiedere, per primi, presidi fissi delle Forze dell’Ordine che siano di supporto a vigilare e a monitorare il comportamento degli avventori. Importante anche il nodo degli orari di chiusura dei locali durante l’estate, tema che andrà affrontato domani con i rappresentanti dei residenti, con i quali va trovata una mediazione nella consapevolezza comune delle criticità contingenti generate dall’emergenza sanitaria, che ci chiama tutti a senso di responsabilità e a fare sacrifici, e soprattutto consci che dietro quei locali, in realtà, ci sono posti di lavoro da tutelare. Spetterà a noi cercare di avvicinare posizioni storicamente distanti, per predisporre una base di lavoro utile alla redazione della delibera sull’estate pescarese”.

Foto di repertorio

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