PESCARA -Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ricordando ieri il nono Anniversario della Strage di Nassirya, senza cerimonie ufficiali, ma in maniera sobria e raccolta, in vista delle celebrazioni che si svolgeranno nel 2013 per il tragico decennale,ha detto:
i diciannove giovani italiani caduti a Nassiriya sono 19 ‘eroi della pace’, ragazzi che sino al sacrificio più estremo, erano impegnati in Iraq per garantire la democrazia in un paese devastato, giovani che avevano scelto la missione lontano da casa per contrastare il terrorismo. Mantenere viva la loro memoria è molto più che un dovere, ricordare i loro volti, i loro nomi, le loro famiglie, continuare, dopo nove anni, a fare nostro il dolore di quelle mamme, quei papà, mogli, figli, significa sostenere le centinaia di migliaia di rappresentanti delle Forze dell’Ordine che ogni giorno mettono a repentaglio la propria vita per garantire la nostra sicurezza.
Ha sottolineato il sindaco:
la ricorrenza odierna rinnova ogni anno il dolore per la ferita inferta alla nostra nazione il 12 novembre del 2003 quando sono stati uccisi in Iraq 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito e due civili, oltre ai venti Carabinieri feriti. La giornata odierna rappresenta per noi tutti l’occasione per tributare ai coraggiosi uomini del nostro contingente in Iraq e ai loro familiari il doveroso riconoscimento delle Istituzioni e della collettività, in termini di gratitudine per il servizio reso alla Patria e di cordoglio per la tragica scomparsa. Come ogni anno, dinanzi a quel monumento che l’amministrazione comunale ha dedicato agli eroi di Nassiriya per mantenerne vivido il ricordo nelle generazioni future, con un forte coinvolgimento emotivo, confermiamo ancora una volta l’affetto e la fiducia che la nostra città nutre per i suoi giovani in uniforme, chiamati a garantire i valori fondamentali sanciti dalla Costituzione repubblicana, anche lontano dai confini nazionali. Giovani provenienti dalle nostre città, animati dai forti ideali dell’attaccamento alla Patria, che con coraggio, passione e senso di umanità, hanno messo al servizio dell’intera comunità la propria capacità professionale fino all’estremo sacrificio. L’occasione odierna dev’essere un momento per riflettere sui principi morali che hanno animato i nostri giovani eroi in missione di pace, di farli propri nella vita di ogni giorno, di viverli pienamente nei rapporti familiari e professionali, perché solo in questo modo potremo perpetuare in modo adeguato il ricordo di tutti loro, dando un significato autentico al loro sacrificio, offerto per ripristinare le condizioni di pacifica convivenza in terre lontane distrutte dalla guerra.