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Chiusura ospedale Penne, Sospiri e sindaci Area Vestina su ricorso al Tar

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Capogruppo Forza Italia e sindaci:”Attendiamo con fiducia l’esito del Tar in difesa esclusivamente del diritto alla salute dei cittadini”
PESCARA –  Il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri e i sindaci dell’Area Vestina firmatari del ricorso al Tar  contro il declassamento, cioè la chiusura, dell’ospedale San Massimo di Penne rendono noto che  i giudici del Tribunale amministrativo  hanno cominciato l’esame del copioso faldone e entro venti giorni potrebbero pronunciarsi  nel merito di tale ricorso.

Si ricorda che la chiusura di quel nosocomio potrebbe mettere  a rischio la sopravvivenza di utenti colpiti da gravi patologie, come infarto, ictus o aneurisma, e residenti nelle zone più interne che mai riuscirebbero a raggiungere in tempo l’ospedale di Pescara o di Chieti per tentare di salvare la vita.

“La chiusura dell’ospedale di Penne è drammatica – hanno sottolineato il Capogruppo Sospiri e i sindaci dell’area vestina – e ha lasciato scoperti servizi essenziali. Lo abbiamo già denunciato lo scorso 19 giugno quando il referente della Direzione Medica Rossano Di Luzio ha inviato una lettera a tutti i Medici del Pronto Soccorso di Penne, ai primari delle Unità operative di Medicina, Geriatria, Cardiologia, AFO Chirurgia, e ai Coordinatori infermieristici, il dirigente Di Luzio annunciando che da quel momento il Pronto Soccorso dell’ospedale civile di Penne avrebbe provveduto a ricoverare i pazienti solo sui posti liberi presso il Primo Piano Palazzina A, Medicina, rifiutando i ricoveri in Geriatria o AFO Chirurgia e, nel caso di ricoveri urgenti e indifferibili, organizzando il trasporto dei pazienti presso altri Presidi pubblici o accreditati.

In altre parole se un cittadino residente nell’area vestina oggi si sente male e arriva al Pronto soccorso dell’ospedale di Penne accusando i sintomi di un infarto o di un’ischemia, e ha bisogno di un ricovero e ha la disgrazia che i posti letto di medicina sono tutti esauriti, circostanza facile da realizzare e immaginare, non può essere ‘appoggiato’ in un altro reparto, seppure ci siano posti letto disponibili, neanche se ha bisogno di un monitoraggio urgente.

Quel paziente, seppur grave, dovrà essere caricato su un’autoambulanza e, affidandosi al Padreterno, dovrà pregare di riuscire ad arrivare vivo in un altro ospedale, Pescara o Chieti. E questo è solo uno degli elementi contestati nel ricorso al Tar, ovvero il mancato rispetto dei ‘tempi vita-dipendenti’: nel ricorso abbiamo inserito uno studio dettagliato dimostrando che i cittadini di molte aree interne, come Roccafinadamo o Farindola, colpiti da patologie in cui l’intervento tempestivo del Pronto soccorso serve a fare la differenza tra la vita e la morte, come un’ischemia, un aneurisma, un infarto o anche se vittime di un grave incidente, non riuscirebbero mai a raggiungere il Pronto soccorso dell’ospedale di Pescara o di Chieti in tempo per sperare nella salvezza, non sono rispettati i tempi minimi previsti dalla stessa legge Lorenzin.

Nello stesso ricorso abbiamo sottolineato la carenza di mezzi a disposizione sui territori, pensiamo che a Penne c’è una sola autoambulanza e se il mezzo dovesse essere impegnato per soccorrere un infortunato in un incidente e, contemporaneamente, dovesse verificarsi una seconda grave emergenza sanitaria, si dovrebbe attendere l’arrivo di un altro mezzo da Pianella, di fatto mettendo a rischio la vita dell’utente.

E questo senza considerare le precarie condizioni strutturali degli assi stradali che collegano una città all’altra e che, specie nei periodi invernali, raddoppiano i tempi di percorrenza. Riteniamo che questi siano alcuni dei punti di forza del nostro ricorso – hanno ancora detto il Capogruppo Sospiri e i sindaci dell’Area Vestina – e la decisione dei giudici del Tar di Pescara, stamane, di trattenere a decisione anziché declinare il rinvio al Tar de L’Aquila, il faldone ci lascia ben sperare sulla volontà di approfondimento del ‘caso’ da parte del Collegio.

Ora attendiamo gli esiti della vicenda tenendo conto che già tra venti giorni potremmo avere la sentenza di merito, riaprendo un ulteriore spiraglio di speranza per un ospedale territorialmente strategico, funzionalmente fondamentale e che rappresenta un punto di riferimento irrinunciabile per l’area Vestina e della Val Fino, un ospedale che la giunta regionale ha voluto chiudere per una scorretta applicazione della legge Lorenzin”.

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Redazione
Tags: Penne

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