L’AQUILA – Continua la raccolta delle segnalazioni dell’Osservatorio “Ricostruire pulito”, che si pone l’obiettivo di monitorare le fasi del post terremoto in Abruzzo con particolare attenzione alla legalità e al pericolo di infiltrazione mafiosa nel ciclo economico e in quello del cemento in particolare.
L’osservatorio di Legambiente, Libera e Provincia de L’Aquila, nato senza alcun costo per la comunità si pone l’obiettivo di scongiurare scempi ambientali e attività criminali nella ricostruzione delle aree colpite dal sisma il 6 aprile scorso.
Appalti e subappalti, attività edilizia, cave, movimento terra, produzione del calcestruzzo, fornitura dei mezzi, smaltimento delle macerie: questi gli aspetti più delicati e a rischio illegalità che l’Osservatorio sta tenendo d’occhio. Puntando l’attenzione da un lato sulla trasparenza e regolarità delle procedure, dall’altro sulla idoneità e integrità delle imprese coinvolte, perché si proceda nel rispetto della legge, sia sotto il profilo economico e ambientale che sotto quello della sicurezza antisismica.
Per garantire una ricostruzione senza ombre, l’Osservatorio vuole lavorare per e con tutti i cittadini, le associazioni e i movimenti attivi sul territorio. Per questo mette a disposizione un indirizzo e-mail (osservatorioaq@gmail.com) e un modulo di raccolta dati che ogni cittadino può compilare e inviare. Perché è di fondamentale importanza vigilare in quelli che notoriamente rappresentano i settori di punta del redditizio business della criminalità organizzata: il ciclo illegale del cemento e quello dello smaltimento dei rifiuti.
Come ricorda il dossier Ecomafia di Legambiente, infatti, l’interesse dei clan in Abruzzo è legato principalmente al controllo del mercato edilizio: nel 2008 le tante inchieste della magistratura su questo fronte hanno portato alla denuncia di 367 persone e a 71 sequestri immobiliari per un totale di 319 infrazioni accertate dalle forze dell’ordine.