Accordo tra il Commissario e l’Autorità di Bacino. Parte la verifica delle 290 aree dissestate nei Comuni del cratere
L’AQUILA – Il Commissario Straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016 Giovanni Legnini e il Segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale Erasmo D’Angelis hanno siglato a Roma l’accordo di collaborazione per gli studi di approfondimento ed il monitoraggio di 295 aree franose e interessate dai dissesti idrogeologici che bloccano la ricostruzione di diversi centri urbani nei 138 comuni del cratere sisma 2016.
È la prima volta che nell’ambito di una ricostruzione post sisma di vasta portata, come quella dell’Italia Centrale, viene pianificato un lavoro di analisi sistematica, con controlli sul campo e l’uso di tecnologie più avanzate, su tutte quelle aree di dissesto che, se non studiate nel dettaglio o eventualmente non contenute con interventi e opere, rappresentano un ostacolo insormontabile al reinsediamento della popolazione.
Gli studi di approfondimento, in questa prima fase di analisi che durerà all’incirca sei mesi, serviranno a ridefinire il quadro delle aree a pericolosità “elevata” e “molto elevata”, e individuare quelle dove, invece, la ricostruzione può partire subito nella massima sicurezza. La mappa delle aree interessate ai dissesti, oggetto degli studi dell’accordo, è accessibile da questo link www.restartgis.it .
L’Accordo tra la struttura commissariale e l’Autorità, con il coinvolgimento e il supporto scientifico dell’ISPRA e di cinque Università dell’Italia centrale, con la messa in campo di una task force di oltre 100 docenti, tecnici e professionisti, è finanziato con 3 milioni di euro da parte del Commissario, e fa perno sulla piattaforma tecnologica satellitare WebGIS predisposta dall’Autorità di Bacino e già attiva nell’ambito del progetto ReSTART.
Nei 138 comuni colpiti dal sisma del 2016-2017, compresi nelle regioni Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, si effettueranno rilievi e sopralluoghi sulle 295 aree già individuate e vincolate, utilizzando le più moderne tecnologie oggi disponibili, dalle reti di sensori a terra ai telerilevamenti da aereo, drone e da satellite.
ISPRA affiancherà l’Autorità fornendo il suo supporto tecnico e scientifico di altissimo livello, e nelle indagini saranno mobilitate le aree tecniche delle Università degli Studi di Perugia, l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, l’Università degli Studi di Camerino, l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara e l’Università di Roma “La Sapienza”.
L’Accordo è stato presentato a Roma nel corso di una conferenza stampa trasmessa in videoconferenza da Palazzo Valentini.
Ha dichiarato il Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016 Giovanni Legnini: “La ricostruzione in sicurezza è la priorità per l’Italia Centrale e questo accordo, come quello fatto con l’Ingv per gli approfondimenti sulle faglie attive, dà piena sostanza a questo principio. Dal sisma sono ormai passati oltre quattro anni: il metodo di lavoro che ci siamo dati punta ad accelerare questi studi per arrivare nel più breve tempo possibile ad accertare, sulla base delle migliori conoscenze e prassi scientifiche, quelle aree oggi indicate a rischio sulle carte, dove è invece possibile avviare la ricostruzione. Ringrazio fin d’ora l’Autorità, l’Ispra e le Università per il lavoro che si apprestano a fare, nella certezza che questi studi forniranno le risposte attese da tempo da molti cittadini colpiti dal sisma”.
Ha dichiarato il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale Erasmo D’Angelis: “È partita finalmente la pianificazione della ricostruzione più veloce e sicura. Abbiamo deciso di investire il nostro personale tecnico e, per la prima volta, anche il meglio della tecnologia a disposizione per raggiungere insieme al Commissario e alle istituzioni l’obiettivo di una ricostruzione sicura. Le attività di monitoraggio da satellite e l’enorme mole di informazioni già raccolte e messe a disposizione con la Piattaforma tecnologica ReSTART garantiscono una conoscenza del territorio in dettaglio. Lavorare insieme ai centri universitari di eccellenza e all’Ispra ci permette di accelerare nella riduzione dei rischi idrogeologici”.