L’AQUILA – Stabilizzare il Superbonus 110% almeno fino al 2025 nelle aree del cratere sisma 2016, e laddove si ricostruisce con i fondi pubblici dopo un sisma, evitando differenziazioni in base alla tipologia degli edifici e al reddito dei loro proprietari. E’ quanto ha chiesto ieri il Commissario Straordinario per la ricostruzione post sisma 2016 in Centro Italia, Giovanni Legnini, nel corso di un’audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Legge di Bilancio 2022, sollecitando la proroga di alcune disposizioni di legge che riguardano il cratere, e che scadono a fine anno, ed una disciplina che consenta alle imprese il rimborso dell’Iva sul contributo di ricostruzione che devono anticipare.
“Grazie alla semplificazione delle norme e delle procedure la ricostruzione privata ha subito una fortissima accelerazione nella seconda metà del 2020 e nel primo semestre di quest’anno, con l’approvazione di ben 6 mila richieste di contributo e l’apertura di altrettanti cantieri, anche se dopo l’estate abbiamo registrato un rallentamento di questa crescita” ha detto Legnini. “Le nuove difficoltà che stiamo riscontrando sono legate alle condizioni di saturazione del mercato dell’edilizia, dovute alla progressiva diffusione e del Superbonus 110% nel resto territorio nazionale. I professionisti e le imprese sono sempre più impegnati in altri territori, cosa che ha prodotto rallentamento nella attività di ricostruzione” ha aggiunto il Commissario.
Pesano, in particolare, la scarsità del numero delle imprese disponibili ad effettuare i nuovi lavori, la difficoltà di reperimento di alcuni materiali edilizi essenziali, oltre al forte aumento dei prezzi di alcuni prodotti, che il recente aumento del contributo di ricostruzione del 6% per l’edilizia residenziale e dell’11% per quella produttiva riesce solo parzialmente a compensare.
Con l’aumento dei prezzi la quota di spesa per le opere di ricostruzione che resta a carico dei proprietari si è notevolmente ampliata negli ultimi mesi, passando dai circa 15 mila euro di inizio anno, ad oltre 41 mila euro di media nel mese di ottobre, rendendo decisivo l’utilizzo del Superbonus 110% per evitare che una parte delle spese necessarie resti sulle spalle dei cittadini.
“Il Superbonus al 110% deve avere una sua continuità, ed un orizzonte temporale adeguato, almeno per le aree colpite dai terremoti, dove viene utilizzato a copertura delle spese che restano fuori dal contributo” ha detto il Commissario, chiedendo la conferma delle attuali detrazioni per tutte le tipologie di edifici per almeno quattro anni.
“La maggior parte degli interventi che dobbiamo eseguire, circa 40 mila, riguarda edifici mono e bifamiliari, per gran parte dei quali i benefici fiscali termineranno a giugno 2022” ha osservato il Commissario, sollecitando attenzione alle specificità della ricostruzione. “Nei centri storici molto spesso si devono ricostruire interi aggregati, dove possono coesistere condomini e edifici unifamiliari, con un progetto unitario, molto difficile se non impossibile da realizzare se solo alcune delle unità immobiliari presenti può godere del beneficio delle detrazioni” ha spiegato Legnini ricordando anche che, a differenza del resto del territorio nazionale, nelle aree sisma gli interventi che presuppongono l’uso del 110% vengono attivati con una Scia condizionata, e non una semplice Comunicazione di inizio lavori, non soggetta ad autorizzazione.
Nel corso dell’audizione Legnini ha chiesto al Parlamento di attivarsi per garantire la proroga di alcune misure che riguardano il cratere e che sono di prossima scadenza. Tra queste la proroga della sospensione dei mutui sugli immobili inagibili, prevedendo il pagamento degli interessi a carico di un apposito fondo, la conferma del credito di imposta per gli investimenti delle imprese in beni strumentali, la proroga delle agevolazioni sulle utenze degli immobili inagibili, delle compensazioni ai comuni per i mancati incassi TASI e IMU, e della norma che esclude gli immobili inagibili dal calcolo dell’IRPEF e dall’IMU.
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