MONTESILVANO – “From Fossil to green”. Questo il titolo della giornata che si è svolta questa mattina a palazzo di Città, organizzata dall’Università della Terza Età guidata da Giuseppe Tini con il patrocinio del Comune di Montesilvano.
La mattinata, una riflessione sulle energie del passato, a partire dal carbon fossile, fino a quelle del futuro nel segno della sostenibilità, ha visto la partecipazione degli studenti del liceo scientifico d’Ascanio, degli studenti di una scuola belga, uniti nell’ambito del programma europeo Erasmus +, oltre ai membri dell’Università della terza Età montesilvanese nonché dell’Associazione Multiculturale A(M)CLI con sede a Lindeman in Belgio. Il progetto infatti rientra nel gemellaggio tra le due associazioni, sottoscritto ad aprile 2017.
«Questa iniziativa nasce dal dialogo intergenerazionale – ha detto Tini – tra giovani ed anziani per favorire gli scambi socio culturali tra ex emigrati, promuovere il dialogo tra i giovani dell’Europa Unita, stimolando quindi l’amicizia tra popoli».
Nel corso della mattinata si sono susseguite le testimonianze di Maria Di Valerio, la vedova più giovane della terribile tragedia di Marcinelle, Catia Smarrelli, nata in Belgio; Antonio Parisi e Alberto De Amicis ex minatori e Giovanni Passamonti nato a Montesilvano ma da sempre emigrato in Belgio, oltre che della coordinatrice del progetto per il Belgio, la docente Kristen Calsius e della dirigente scolastica del Liceo D’Ascanio, Natalina Ciacio. La manifestazione si è aperta con il gruppo musicale “I Ragazzi del ’68”.
«In questa prima fase del progetto – afferma Antonio Farchione, docente di Marketing all’Università d’Annunzio – i ragazzi hanno lavorato sulla preservazione dell’eredità culturale. Questo vuol dire prendere consapevolezza del passato e soprattutto comprendere che memoria e storia non sono sinonimi. Purtroppo oggi viviamo in un’epoca in cui c’è un monopolio della memoria sulla storia. La memoria non si condivide perché è strettamente personale. La storia di contro è la ricostruzione scientifica dei fatti dentro il loro contesto. Proprio in questi giorni in Italia un gruppo di intellettuali ha firmato un Manifesto in difesa dello studio della Storia nelle scuole. Essi definiscono la storia “un bene comune” la cui conoscenza è un principio di democrazia e uguaglianza tra i cittadini. Progetti culturali come quello odierno non possono che avvicinare i popoli, valorizzare la ricchezza delle diversità e aiutare a formare un’identità europea che purtroppo in questi giorni deve combattere le forze avverse del sovranismo».
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