I rappresentanti di Rifondazione comunista e Comunisti italiani hanno espresso ieri il proprio disappunto per l’assenza di dialogo che si sta verificando a livello locale con il PD.
In particolar modo, il risentimento dei partiti della cosiddetta “sinistra estrema” nasce dall’attrazione sporadica tra Pd e Udc, che in alcuni luoghi dell’Abruzzo sta conducendo ad un’alleanza, mentre in altre zone si mantiene su livelli più “platonici”.
“Scaricati”, in un certo qual modo, dal Pd, i due partiti d’ideologia comunista si esprimono così, per voce dei loro rappresentanti:
“E’ per derive come questa che la sinistra perde nelle elezioni nazionali e c’è un astensionismo forte in Abruzzo” afferma Antonio Macera dei Comunisti Italiani, che incalza: “
Bisogna dare un’identità forte alla sinistra, che quando si divide non è più in grado di essere credibile agli occhi degli elettori”.
Non possiamo essere alleati di un partito dalle idee così diverse dalle nostre come l’Udc. Se proprio dovesse esserci questo connubio, sarebbe un segno di coerenza creare un’intesa su tutto il territorio nazionale, e non a macchia di leopardo come sta avvenendo.
Per Marco Fars di Rifondazione comunista: “Sembra di rivivere i tempi del Psi di Bettino Craxi, che a seconda della convenienza, si alleava a livello locale con il P.c. e in ambito nazionale con la Democrazia Cristiana. Questo è un atteggiamento oscillante che appartiene al partito di Casini, ma non a noi”.
Fars prospetta quello che potrebbe diventare lo scenario elettorale:
“Se questa situazione dovesse permanere, siamo disposti a candidarci alle provinciali senza il Pd, con I Comunisti Italiani ed eventualmente con altre forze non distanti dalla nostra area politica”.