REGIONE – Le vicende legate all’emergenza Coronavirus e le misure di contenimento atte a limitare la diffusione del CoViD-19 hanno inevitabilmente colpito il sistema bibliotecario nazionale, provocando non solo la sospensione dei normali servizi destinati alla cittadinanza e agli studenti, ma anche il venir meno della fondamentale funzione di supporto all’attività dei ricercatori. Tali restrizioni hanno avuto un particolare impatto sull’attività degli studiosi di ambito umanistico, frequentemente necessitati a consultare materiale bibliografico difficilmente reperibile al di fuori dei luoghi preposti a conservarlo.
La fase 2, caratterizzata dal graduale ripristino dei servizi bibliotecari in diverse regioni italiane – comprese quelle più duramente flagellate dalla pandemia – pare non aver ancora interessato l’Abruzzo, almeno in relazione ai principali istituti del territorio, ovvero le biblioteche regionali (ex provinciali) “Salvatore Tommasi” dell’Aquila, “Gabriele d’Annunzio” di Pescara, “Melchiorre Delfico” di Teramo, e “A.C. de Meis” di Chieti.
Il perdurare di tale situazione, oltre ad aver di fatto bloccato la ricerca e valorizzazione della storia e della cultura abruzzese, penalizza gravemente gli studiosi che si occupano del territorio regionale, impedendo loro il completamento di lavori e progetti (talvolta pluriennali) in corso e la pianificazione di nuove attività, e ponendoli in una situazione di svantaggio nei confronti dei colleghi di altre regioni, con i quali si troveranno a competere in bandi, concorsi o procedure di abilitazione legati a valutazioni qualitative e quantitative della preparazione e della produzione scientifica.
La mancata riapertura appare incongrua non solo in relazione alla situazione extra-regionale, ma soprattutto di fronte alla ripresa parziale delle attività presso istituti regionali che offrono servizi analoghi, quali ad esempio le biblioteche universitarie o gli Archivi di Stato.
Si auspica pertanto che, nel pieno rispetto delle normative vigenti in tema di sicurezza e distanziamento sociale, gli enti preposti procedano quanto prima alla riapertura delle suddette biblioteche, ripristinando almeno parzialmente i servizi di prestito e di consultazione in sala, ricorrendo, se necessario, a modalità facilmente sostenibili quali l’ingresso su appuntamento e l’indicazione preventiva del materiale richiesto.