ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) – Dopo gli sconcertanti episodi dei giorni scorsi, in cui balordi e teppisti hanno disseminato di rifiuti nella Riserva Borsacchio, i volontari delle Guide del Borsacchio con attivisti del WWF e del progetto salva fratino hanno organizzato una pulitura a mano della riserva con il solo ausilio, come norma prevede, di braccia e carriole.
Lo rende noto Marco Borgatti che precisa:
“Per fortuna nella mattinata altri cittadini sono passati a dare il loro contributo e li ringraziamo.
Purtroppo dobbiamo segnalare nuovi problemi. Durante la pulizia abbiamo trovato ben undici attrezzati per falò notturni, vietati dalla legge e dannosi per l’ambiente.
Molti di questi focolai sono nei pressi di alcune capanne, ben sette, su un ristretto tratto di area protetta, ed intorno a questi abbiamo trovato il maggior numero di rifiuti.
Le norme vietano strutture fisse in spiagge libere. Le leggi quadro in materia ambientale vietano l’alterazione, la distruzione di flora. Due direttive europee tutelano il paesaggio, le specie e i loro habitat ed in particolare il famoso fratino, simbolo della Riserva Borsacchio, ed il giglio di mare.
Queste capanne danneggiano la Riserva Borsacchio.
Sicuramente chi le ha realizzate è in buona fede. Sicuramente hanno pensato di far qualcosa di rispettoso. Purtroppo non è così.
Il materiale legnoso spiaggiato è vitale per il normale evolversi degli eventi naturali che migliorano, in condizioni indisturbate, la ricchezza delle specie animali e vegetali, la resistenza all’erosione costiera e, non ultimo, la bellezza del paesaggio con un fascino legato alla naturalità dei luoghi.
Quei legni sottratti in simili quantità alla spiaggia alterano i cicli eco sistemici costieri. Costituiscono un apporto importante di ripascimento dell’arenile e svolge anche una non secondaria funzione di sostegno per la sabbia che ha così la possibilità di resistere all’erosione eolica e marina.
I tronchi costituiscono un serbatoio alimentare e di supporto per tante specie sempre più rare lungo le coste adriatiche.
Tutti quei capanni hanno sottratto biodiversità ed i primi effetti, purtroppo, si stanno manifestando portando la Riserva Borsacchio a veder diminuita la popolazione di Fratini dell’80% rispetto al mese precedente.
Inoltre alcuni capanni sono realizzati con materiali plastici, rifiuti umani e addirittura cartelli stradali.
Ieri i volontari hanno spiegato come questa pratica sia nociva e alcuni “costruttori” hanno iniziato a smontare queste capanne rimettendo i legni al loro posto.
Il problema è l’assenza del comune. I fruitori, anche i più rispettosi, spesso non conoscono le norme ed, in buona fede, commettono dei danni.
Da tre mesi abbiamo presentato un progetto per segnaletica informativa con divieti, informazioni su flora e fauna ed i numeri utili in caso di emergenze ambientali come il rinvenimento di animali feriti.
Il progetto è a costo zero per il comune. I soldi, la manutenzione la garantiscono le Guide del Borsacchio ed il WWF, disposti a sostenere un simile impegno economico anche senza esporre i loro simboli nei cartelli utilizzando unicamente il logo della Riserva Borsacchio e del Comune di Roseto.
Il comune ha l’obbligo di montare cartelli entro novanta giorni dell’istituzione della Riserva avvenuta l’8 febbraio 2005. Ad oggi ne sono passati 4953 di giorni, 13 anni, ed il comune non consente nemmeno alle associazioni ambientaliste di donarli.
Chiederemo un incontro ufficiale al Comune per risolvere questa situazione. Il Borsacchio è una risorsa da troppo tempo abbandonata. Il tempo dell’attesa è finito”.
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