Il capogruppo di Forza Italia in Regione Abruzzo solleva il caso alla luce della conferenza stampa dell’assessore Sclocco
PESCARA – Il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri interviene sul tema della Casa di Riposo ‘Sgaroni’ di Città Sant’Angelo dopo che in conferenza stampa oggi l’assessore Sclocco ha annunciato l’imminente inizio dei lavori di ristrutturazione. Recita la nota:
“Prima di annunciare con toni trionfalistici la ristrutturazione della Casa di Riposo ‘Sgaroni’ di Città Sant’Angelo, l’assessore Sclocco dovrebbe chiarire alcuni punti oscuri di tale operazione: ad esempio dovrebbe dire con quale autorizzazione la Asp di Pescara ha partecipato al bando per ottenere i finanziamenti sul rischio sismico, visto che le Asp erano escluse, e, seppure autorizzata, come fa la stessa Asp a investire somme pubbliche per ristrutturare un immobile di cui non è proprietaria. O dovrebbe chiarire con quale personale viene gestita la struttura. E soprattutto quale immobile verrà ristrutturato, visto che quello che ospita gli anziani è classificato come ‘abitazione di tipo popolare’ e non come ‘casa di riposo’. Ecco, forse più che plaudere all’attivismo del sindaco Florindi e del Presidente Recubini, l’assessore farebbe bene a farsi fornire utili giustificazioni”.
“Per avere un quadro chiaro della vicenda ho già presentato lo scorso 11 maggio una richiesta di accesso agli atti che a oggi non ha ancora avuto alcun esito – -. Ma nell’attesa oggi l’assessore Sclocco ha allegramente ufficializzato opere di ristrutturazione della Casa di riposo ‘Sgaroni’, che saranno finanziate con i fondi, 1 milione e mezzo di euro, ottenuti partecipando al bando per l’adeguamento sismico di strutture residenziali pubbliche. Bene: innanzitutto l’assessore Sclocco ci spiegasse dove si rintraccia tale finanziamento, visto che a oggi è stata approvata solo una graduatoria tra tutti gli interventi candidati, senza però specificare quali siano quelli effettivamente finanziati, ma evidentemente lei già li conosce benissimo. In secondo luogo: né le Ipab né le Asp, per la legge 17/2011, potevano partecipare al bando regionale senza la preventiva autorizzazione della giunta regionale, in quanto si tratta di interventi straordinari sul patrimonio immobiliare di Enti in via di riforma. Ma, seppure ci fosse tale autorizzazione preventiva, la Asp di Pescara presieduta da Recubini, per poter prevedere tale intervento con fondi pubblici, quanto meno dovrebbe essere proprietaria dell’immobile che intende ristrutturare, e che invece è ancora intestato all’Ipab disciolta. Poi: a oggi non è chiaro con quale personale viene gestita la struttura. L’unica autorizzazione rilasciata dal Comune di Città Sant’Angelo è infatti intestata all’immobile stesso ‘Casa di Riposo’ situato in vicolo Torretta 17, come se le mura dell’edificio fornissero servizi agli ospiti. Da questa verifica nasce poi il giallo, ovvero: con 1 milione e mezzo di euro pubblici, quale edificio verrà ristrutturato? L’Ipab disciolta, infatti, risulta proprietaria di diversi immobili, ma l’unico compatibile con la destinazione d’uso ‘casa di riposo’ è quello autorizzato dal Comune, in vicolo Torretta 17, costituito, però, da un solo piano terra, mentre già oggi gli anziani vivono ai piani superiori, non autorizzati come ‘casa di riposo’ e classificati come ‘abitazioni di tipo popolare’. C’è poi un secondo immobile dell’Ipab, situato in vicolo dell’Ospedale: si tratta di una struttura classificata come ‘Ufficio pubblico-Scuola, ossia si tratta delle vecchie scuole del Comune di Città Sant’Angelo, che dal 18 novembre 2014 ha ottenuto la destinazione d’uso di ‘casa di riposo’, troppo tardi però per partecipare al bando della Regione, scaduto il 2 agosto 2014, ossia tre mesi prima. Siamo quindi certi che non sarà questo secondo immobile a essere ristrutturato con i fondi annunciati oggi dall’assessore Sclocco, alla quale però rivolgiamo i nostri quesiti: quale sarà con esattezza l’immobile su cui si riverserà 1milione e mezzo di euro di investimenti pubblici? Come ha potuto la Asp partecipare al bando? Come farà la Asp a spendere quelle somme pubbliche su immobili di cui comunque non è proprietaria? E infine, come fa il Presidente della Asp ad agire senza un direttore che stipuli e firmi gli atti, direttore che, in questo caso, non è ancora stato nominato? Sono questi i chiarimenti che ritengo necessari per diradare le nebbie che oggi avvolgono l’intera vicenda”.