“Mi ritengo un uomo di parte che oggi ricopre, in seno al Governo regionale, un ruolo superpartes – ha sottolineato il Presidente Sospiri -. Questo non mi rende ottuso, né tantomeno indifferente, ovvero non offusca la mia capacità di guardare e di giudicare con oggettività il nostro operato. L’emergenza Covid-19 ritengo che nell’ultimo mese e mezzo abbia fatto emergere le migliori energie positive della nostra macchina amministrativa, abbiamo superato i mille ostacoli, anche della burocrazia internazionale, per ottenere le nostre partite di dispositivi personali di protezione, abbiamo garantito assistenza ovunque ci sia stato richiesto, sostenendo le popolazioni più fragili, ovvero i residenti delle nostre Case di riposo, epicentro della crisi sanitaria, abbiamo sostenuto la nostra sanità regionale al meglio delle nostre possibilità e anche oltre, prova né è il Progetto del Covid Hospital Pescara, un ospedale nuovo che nascerà in poco più di un mese, così come il Covid Hospital de L’Aquila.
Sulla Cassa integrazione in deroga, però, la macchina si è arrestata e non doveva accadere perché già in tempi non sospetti avevamo evidenziato tale rischio che avremmo dovuto impedire a ogni costo perché parliamo di lavoro, di occupazione, di migliaia di famiglie che da due mesi sono senza lavoro, ossia senza stipendio, e che contano su quella misura per la sopravvivenza. E il dato non ci piace: sappiamo che il provvedimento dovrà riguardare almeno 10mila 64 aziende, per 25mila 561 dipendenti, con una richiesta di Cig in deroga pari a 5milioni 445mila 414 ore richieste, che saranno coperte con un fondo pari a 44milioni 107mila euro.
Alle 17.30 di oggi abbiamo verificato che dei 10.578 iter generati, ne sono stati inseriti solo 382 e non possiamo accettarlo. E allora: siamo in ritardo, non cerchiamo scusanti, non nascondiamoci dietro a un dito. Adesso è il momento di ringranare la marcia, mobilitare tutte le forze amministrative disponibili da concentrare sulla trasmissione dei dati – ha detto il Presidente Sospiri –. Chiedo e chiediamo scusa alle famiglie che dovranno ancora attendere per vedersi riconosciuto un diritto, poi dovrà arrivare il tempo dei chiarimenti”.
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