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Ritardi nei pagamenti delle imprese: classifica delle province dell’Abruzzo

da Marina Denegri

CRIBIS_REGIONI_RITARDI OLTRE 30 GIORNI

Rispetto a dicembre 2020, Pescara e Teramo sono fra le province italiane che perdono più posizioni, Chieti ne perde una, sale di una L’Aquila

REGIONE – Secondo lo studio Pagamenti di Cribis aggiornato al 31 marzo scorso l’emergenza sanitaria ha fatto rilevare un aumento dei ritardi dei pagamenti delle imprese ai loro fornitori oltre 30 giorni. Con il 28,8% di imprese che pagano alla scadenza i propri fornitori, l’Abruzzo è al 12° posto della classifica italiana stilata dallo Studio Pagamenti di CRIBIS, aggiornato al 31 marzo 2021.

Aumentano i ritardi gravi: nel 2019 le imprese che effettuavano i pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni erano il 17,5%, lo scorso marzo sono passate al 18,2%, con una variazione del +4%.

Fra le province abruzzesi, la migliore è Teramo (68°), seguita da Chieti (75°), L’Aquila (76°) e Pescara (88°). Rispetto a dicembre 2020, Pescara (dove i pagamenti in grave ritardo sono aumentati del 5,6%) e Teramo sono fra le province italiane che perdono più posizioni (rispettivamente 6 e 5), mentre Chieti ne perde una; sale di una posizione L’Aquila, che in regione fa segnare sia l’aumento più elevato di pagamenti puntuali (+3,7%), sia il minore incremento di pagamenti oltre 30 giorni (+1,7%).

Puntualità nei pagamenti delle imprese: ecco la classifica

Nel primo trimestre del 2021, con il perdurare dell’emergenza Covid-19, i ritardi gravi (oltre 30 giorni) nei pagamenti delle imprese sono aumentati soprattutto in Umbria (+8%), Liguria (+7,1%), Trentino-Alto Adige (+6,1%) e Marche (+5,1%). Sono invece diminuiti in Basilicata (-4,6%), Campania (-1,9%) e Valle d’Aosta (-1,5%). È quanto emerge dallo Studio Pagamenti, aggiornato al 31 marzo scorso e realizzato da CRIBIS, società del Gruppo CRIF specializzata nella business information.

Le ripercussioni dell’emergenza sanitaria sono particolarmente evidenti in quelle province dove, rispetto all’ultimo trimestre del 2020, le imprese fanno rilevare un sensibile incremento dei pagamenti oltre i 30 giorni: Imperia (+21,1%), Sondrio (+15,8%), Rieti (+15,8%), Trieste (+12,6%), Savona (+12,5%), Rimini (+10,1%), Grosseto (+9,1%), Fermo (+9%), Belluno (+8,1%), Perugia (+8,1%).

Le aziende italiane che pagano puntualmente clienti e fornitori rappresentano il 36,5% del totale, un dato superiore del 4,6% rispetto a quello dello stesso trimestre nel 2020, quando l’emergenza Covid-19 era appena iniziata, mentre le imprese che effettuano i pagamenti in grave ritardo sono il 13,1% (+23,6% rispetto a fine marzo 2020).

Il Nord Est si conferma l’area geografica più affidabile, con il 44% dei pagamenti regolari, mentre il Sud e Isole sono le zone dove le imprese incontrano maggiori difficoltà: solo il 24% delle aziende, infatti, rispetta i tempi di pagamento.

Ai vertici del ranking regionale dei pagamenti puntuali troviamo Lombardia (45,6%) ed Emilia-Romagna (44,8%), seguite da Veneto (44%), Marche (42,9%) e Trentino – Alto Adige (42,7%). In ultima posizione la Sicilia, dove solo un’impresa su 5 adempie nei termini i propri obblighi di pagamento (20%), e che è preceduta da Calabria (20,9%) e Campania (23,6%). Sicilia, Campania e Calabria si aggiudicano inoltre il primato negativo per quanto riguarda i pagamenti oltre i 30 giorni, rispettivamente con il 23,1%, il 22,8% e il 20,5%.

A livello provinciale, la più virtuosa è Brescia che torna in vetta alla graduatoria nazionale, seguita da Sondrio, Bergamo, Lecco e Trento. In coda alla classifica regionale resta Trapani, preceduta da Reggio Calabria, Crotone, Palermo e Siracusa. Le province che rispetto alla fine del 2020 hanno guadagnato più posizioni nel primo trimestre dell’anno sono Oristano (dal 78 al 70), Torino (dal 48esimo al 42esimo posto), Parma (da 28 a 24) e Taranto (da 88 a 84). Quelle che hanno perso più terreno sono state, invece, nell’ordine Rieti (dal 71esimo posto al 78esimo), Pescara (da 82 a 88) e Teramo (da 63 a 68).

Le microimprese, con il 38,5% di pagamenti alla scadenza, sono le più virtuose ma registrano anche la maggiore quota di ritardi gravi (14%, a fronte del 9,7% delle piccole, del 6,8% delle medie e del 6,3% delle grandi).

Per quanto riguarda i settori, rispetto a dicembre 2020 il commercio al dettaglio è il settore con l’incremento più elevato di ritardi gravi (+4,5%), seguito da agricoltura, foreste, caccia e pesca (+4,1%) e servizi finanziari (+3,3%).

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