TERAMO – Si è da poco conclusa la riunione del comitato ristretto dei sindaci convocata di intesa con la ASL, alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti della stessa ASL che in questo momento sono coordinatori della gestione della nuova emergenza epidemiologica. É stato fatto il punto sull’evoluzione della dell’epidemia, per far emergere gli aspetti che richiedono interventi coordinati e collaborativi, finalizzati ad arginare una situazione che in termini assoluti è in aumento, sebbene in relazione al maggior numero di tamponi effettuati rispetto alla prima fase dell’epidemia stessa.
Negli ultimi giorni, comunque, sono stati superati i 100 casi in Abruzzo e anche in provincia di Teramo la situazione appare in crescita. Per questo, il Comitato ha affrontato questioni ad ampio spettro, la prima delle quali inerente la capacita del sistema, della rete ospedaliera e della rete Covid di reggere l’impatto dell’incremento dei contagi. La situazione dell’ospedale di Teramo, che ha un settore destinato all’emergenza in corso, come dichiarato dallo stesso primario, è in sofferenza; si sta cercando di aumentare i posti-letti, ma la situazione preoccupa perché si sta andando verso l’esaurimento; l’eventuale aumento dei casi richiederà una revisione ulteriore dello spazio e probabilmente una ulteriore struttura Covid.
I Sindaci hanno quindi chiesto che ci sia una programmazione chiara, peraltro già garantita dal Direttore Generale della ASL il quale ha aggiunto che si continua a monitorare lo stato delle cose e si interverrà in ragione delle esigenze. E’ quindi emersa la domanda sull’ospedale di Pescara, realizzato in tempi record e indicato come la soluzione dell’eventuale nuova ondata della pandemia; un ospedale che avrebbe dovuto essere la struttura in grado di dare una risposta adeguata ad un numero di malati che giustificava le ingenti risorse impiegate e che però al momento non risponde a tutto ciò.
I Sindaci chiedono alla Regione le ragioni di tale stato dei fatti e chiarezza perché oggi tale ospedale non svolge questo ruolo, tra l’altro con la motivazione inaccettabile della carenza di personale. I Sindaci hanno ribadito che non avanzano rivendicazioni campanilistiche, perché l’emergenza chiede di mettere in campo solidarietà istituzionale senza veti, ma sottolineano la necessità di una assunzione di responsabilità assoluta da parte di tutti.
Altro tema, le scuole; su di esso la preoccupazione è condivisa e per questo i Sindaci tornano a chiedere tamponi rapidi, attraverso forme che consentano una accelerazione dei tempi; condivisa pertanto la necessità di riallineare il protocollo e intervenire a monte nella fase di prima verifica da parte delle scuole e poi dei medici di base e dei pediatri, che devono essere un filtro reale, che non siano lasciati soli e che non si riconduca tutto a carico degli ospedali che rischiano di conseguenza di andare in affanno. Chiesto di conseguenza un controllo puntuale dell’attività dei laboratori privati, da mettere a sistema attraverso verifiche, per evitare confusione e per conoscere i dati oggettivi.
Chiesto infine, il potenziamento dei controlli e delle sanzioni a seguito del DPCM, con l’invito alla responsabilizzazione. É evidente che per dare argine alle situazione, è stato ribadito unanimemente, bisogna avere consapevolezza, buon senso, responsabilità; sono questi gli atteggiamenti da mettere in campo per evitare il diffondersi dell’epidemia e un nuovo drammatica lockdown. Dobbiamo tutti sentirci responsabili delle nostra salute, di quella dei nostri cari e di quella di tutta la comunità.