ROCCA DI MEZZO (AQ) – Nei giorni scorsi si sono succeduti almeno due articoli relativi alla situazione del randagismo canino nella Frazione di Rovere, in particolare nella zona del cimitero: uno ha dato voce alle parole dell’ex sindaco di Rocca di Mezzo, Emilio Nusca, l’altro ad alcuni cittadini preoccupati per le sorti di uno di questi randagi.
La Sezione di L’Aquila di Lega del Cane, presente sul territorio con una propria Delegazione dal 2009, si adopera attivamente in queste realtà attraverso gli strumenti che – concretamente – possono sconfiggere la piaga del randagismo: sterilizzazione, microchippatura, adozione responsabile e – attraverso il Nucleo provinciale di Guardie Zoofile volontarie – vigilanza e controlli. In questi anni, infatti, sono stati controllati a campione i microchip dei cani padronali nella zona – compresi quelli presenti nelle stalle – le cucciolate (che devono essere regolarmente denunciate, come la Legge prevede) e, in collaborazione con il Servizio Veterinario della Asl, gli animali da sterilizzare. In particolare, in seguito a numerose segnalazioni ricevute – riguardanti le condizioni di detenzione dei cani nelle stalle della zona – Lega del Cane, dopo diversi sopralluoghi, ha richiesto l’intervento del Corpo Forestale e della Asl, sia per migliorare il benessere degli animali stessi, che per microchippare a tappeto tutti i soggetti: è anche e soprattutto da questi fattori che parte il fenomeno del randagismo.
Al di la delle polemiche quel che ci preme sottolineare è l’importanza, appunto, dei controlli; questo non solamente per meri scopi “repressivi”, ma – soprattutto – informativi ed educativi nei confronti dei cittadini. La storia del randagio che avrebbe salvato una donna da altri cani, crea ovviamente empatia: quel che, a nostro avviso, è profondamente errato, è utilizzare la cattura dei randagi dal territorio come spauracchio; i cittadini affezionati al cane “eroe” potrebbero adottarlo – e quindi custodirlo, come prevede la normativa – o, in alternativa, chiederne il riconoscimento come “cane di quartiere” – ovviamente dopo sterilizzazione, microchippatura e dovuti controlli. Tutto questo anche e soprattutto per tutelare il cane stesso.
“Uno dei fenomeni più presenti che riscontriamo nell’aquilano, è proprio quello del vagantismo: cani di proprietà lasciati in strada con alibi vari fra cui “è un animale libero” oppure “si fa la passeggiatina” – dichiara Caterina Bonati Fagioli, vicepresidente della Sezione di L’Aquila di Lega del Cane – “questo, oltre ad essere espressamente vietato dalla Legge, è pericoloso, innanzitutto per i cani stessi – in balìa di automobili, traffico, altri animali, intemperie, etc. – sia per il proliferare del fenomeno, in caso di cani fertili. È un abitudine che va senz’altro modificata, nell’interesse di tutti: in questo, le Guardie Zoofile di Lega del Cane sono impegnate attivamente”.
Lega del Cane auspica che, attraverso la fattiva e proficua collaborazione con gli Enti coinvolti, e con i cittadini – sempre più sensibili, interessati e informati sul fenomeno – il randagismo possa essere tangibilmente ridotto e gli animali sempre più tutelati e rispettati.