Il sindaco di Penne replica a Zuccatelli e sottolinea le ripercussioni sul territorio dell’area Vestina
PENNE (PE) – In una intervista il sindaco di Penne, Rocco D’Alfonso risponde al sub commissario Zuccatelli, sulla chiusura punti nascita, che interessa l’area vestina con la città di Penne.
Il sub commissario Zuccatelli, in una intervista rilasciata ad un noto quotidiano locale ha dichiarato, che i punti nascita, sotto i 500 parti l’anno debbano essere chiusi per motivi di sicurezza. Lei, in qualità di Sindaco di Penne come replica? A seguito, di questa dichiarazione Lei e gli altri Sindaci interessati alla questione quali “azioni” avete deciso di mettere in atto?
R – “Al sub-commissario Zuccatelli replico che la chiusura del punto nascita dell’Ospedale S. Massimo di Penne determinerebbe il peggioramento e non il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle partorienti e dei neonati dell’area vestina. Tale punto nascita serve infatti un territorio molto ampio, con contrade e Comuni che distano anche 50 Km. da Pescara e che sono collegati alla costa da una viabilità pessima (e che è ulteriormente peggiorata a causa del maltempo dei giorni scorsi). Raggiungere il punto nascita di Pescara per le partorienti dell’area vestina peggiorerebbe dunque le loro condizioni di sicurezza. Si aggiunga il fatto che il punto nascita di Pescara è fortemente congestionato nelle sue attività con i suoi 2100 parti l’anno. Aggiungervi gli oltre trecento che si sono registrati lo scorso anno nell’Ospedale di Penne rischierebbe di portare al collasso il reparto di Ginecologia e Ostetricia di Pescara o comunque di ridurre l’efficienza e la qualità dei servizi che vi sono prestati. Insieme alle altre amministrazioni comunali dell’area vestina stiamo studiando la possibilità di fare ricorso al TAR contro il provvedimento di chiusura del punto nascita pennese, che giudichiamo lesivo di quel diritto alla salute che la nostra Costituzione sancisce esplicitamente”.
La chiusura del punto nascita di Penne. Quali ripercussioni può causare al suo territorio?
R – “La chiusura del punto nascita di Penne priverebbe l’intera area vestina di un servizio di fondamentale importanza, che negli ultimi anni è riuscito a riconquistare la fiducia delle partorienti di quell’area (si è passati dai 200 parti del 2012 ai 330 del 2014). Inoltre, la chiusura del punto nascita pennese avrebbe gravi conseguenze sul piano sociale, poichè imprimerebbe un’ulteriore spinta allo spopolamento dell’entroterra vestino, già duramente colpito dalla crisi economica degli ultimi anni”.
Dopo aver adottato questo provvedimento, si sente tradito dal commissario ad acta nonché governatore Luciano D’Alfonso? Cosa vuole dire all’attuale governatore ed all’Assessore alla Sanità Paolucci?
R – “Al Presidente D’Alfonso e all’Assessore Paolucci dico che è inaccettabile privare le collettività di servizi di particolare importanza come i punti nascita per portare la nostra Regione fuori dal commissariamento in ambito sanitario. Soprattutto per le aree interne come quella vestina perdere il punto nascita equivale a un grave impoverimento dell’offerta sanitaria sul territorio, che non può essere misurata solo in base a criteri numerici ma che va commisurata alle peculiari condizioni geografiche, orografiche e sociali di un certo territorio”.
LEGGI:
Abruzzo, Forza Italia prosegue la battaglia per i Punti nascita
Ortona, punti nascita: Febbo in piazza con i cittadini
Bocciata in Regione la risoluzione contro la chiusura dei punti nascita