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Rocco Ferrante eroe di Dogali durante la “Guerra d’Eritrea” nel 1887

da Redazione

dogaliCASTEL FRENTANO (CH) – A volte degli eroi restano solo laconiche scritte … noi riteniamo doveroso ricordare, per quanto possibile, anche i genitori, le vedove e i figli dei caduti per la Patria …

Rocco Ferrante nacque a Castel Frentano (allora “Castelnuovo”), il 16 agosto del 1864, da Pietro (quarantenne “contadino” figlio di Nicolangelo e Berardina Di Donato) e da Teresa Bucci (trentaseienne “contadina” figlia di Saverio e Maria Nicola Di Virgilio). L’atto di nascita fu sottoscritto in Comune dinanzi all’allora Sindaco Giuseppe Crognale.

I genitori di Rocco si erano sposati, a “Castelnuovo”, il 21 novembre del 1844 (l’atto in comune fu registrato alla presenza del secondo eletto, per impedimento del Sindaco, Raffaele Fantini). Il giovane Rocco Ferrante inquadrato nel 3° Battaglio Fanteria del 6° Reggimento Artiglieria fu mandato in Africa a combattere quella che fu definita la “Guerra d’Eritrea” ( considerata la prima guerra coloniale italiana ). Il coraggio del giovane abruzzese si manifestò nella sua interezza durante la “Battaglia di Dogali” ( combattuta in Eritrea tra le truppe del Regno d’Italia e le forze dell’Impero etiope).

Durante questa feroce e sanguinosa battaglia (sul campo i morti dell’una e dell’altra parte furono 1.500) Rocco Ferrante offertosi per la prima linea d’attacco cadde eroicamente. Nel dispaccio inviato dal Ministero della Guerra si leggeva. “ il 26 gennaio 1887 nel combattimento di Dogali mancava ai vivi d’anni ventidue il soldato Ferrante Rocco del 6° Reggimento Artiglieria n. 4818 di matricola …. morto in seguito a ferite riportate in combattimento d’assalto a Dogali”.

A lui fu destinata la Medaglia al Valor Militare con questa scritta: “per la splendida prova di valore data nel combattimento del 26 gennaio 1887, a Dogali, rimanendo ucciso sul campo”. Il 7 marzo del 1887 si tenne la commemorazione di Rocco Ferrante nella Chiesa del Rosario di Castel Frentano (bardata a lutto). Vi partecipò una folla commossa proveniente da ogni parte d’Abruzzo. A lui furono dedicate lapidi e targhe.

A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”

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