ROSETO DEGLI ABRUZZI – “Se entriamo nel merito delle questioni, non diciamo cose molto diverse dalla Cisl quando sostiene che bisognerebbe rivedere i trattati, che bisognerebbe fare in modo che le istituzioni europee fossero più vicine ai cittadini e ai bisogni dei cittadini perché le critiche che noi abbiamo rivolto e che continuiamo a rivolgere nei confronti dell’Europa sono soprattutto in relazione al deficit di sovranità popolare che c’è oggi”.
Lo ha detto il presidente della Regione, Marco Marsilio, intervenuto, questa mattina, a Roseto degli Abruzzi, al convegno organizzato dalla Cisl sul tema “Un futuro da europei: UE, giovani e sindacato”. Un incontro quale ha preso parte anche Emanuela Grimaldi, direttrice del Dipartimento Presidenza della Regione.
“Una grave criticità è il fatto che i meccanismi decisionali della Commissione europea e del Parlamento europeo – ha sottolineato Marsilio – sono troppo spesso oscuri e distanti dall’autentica partecipazione democratica dei cittadini. In Abruzzo, – ha spiegato – abbiamo condiviso un allarme lanciato con molto anticipo rispetto al futuro dell’automotive e in generale del mondo industriale di fronte agli obiettivi troppo stringenti che ci ha imposto il Green Deal a livello europeo”. Inoltre, il Presidente ha confermato di condividere “l’esigenza di rivedere queste scelte, di formulare un diverso calendario e anche di adottare un approccio diverso rispetto all’obiettivo comune della transizione ecologica e ambientale nell’ottica dell’abbandono dei carburanti fossili” ma anche di volerci arrivare “con una proposta europea e con le nostre tecnologie, inserendo il principio della neutralità tecnologica al centro di queste politiche e con un’Europa che sia più partecipata all’interno delle dinamiche del territorio”.
In questo ambito appare determinante il ruolo delle Regioni.
“Noi portiamo l’esperienza del territorio, – ha ricordato Marsilio – e la portiamo all’interno del Comitato delle Regioni. Proprio nella prossima settimana, – ha ricordato- sarò relatore di un parere sulla transizione giusta, nel quale abbiamo introdotto questi temi e, nello specifico, la neutralità tecnologica, l’ampliamento dei contributi e il sostegno alla riconversione industriale non soltanto a beneficio delle Regioni che hanno miniere di carbone, ma anche a vantaggio di quelle, come la nostra, che hanno una presenza forte nell’automotive e della chimica perché stanno soffrendo in questa fase di transizione con il rischio forte di produrre delle ricadute sociali indesiderate”.